Federcaccia di domani parte da Brescia; ottima partecipazione per l’assemblea generale Federcaccia a Brescia.
Una sala attenta e partecipe per l’assemblea generale regionale intitolata alla “Federcaccia di Domani”. Alla presenza del Presidente nazionale Dall’Olio i vertici lombardi hanno illustrato progetti, obbiettivi e attività di una FIdC lombarda con tanta voglia e le capacità di essere protagonista della caccia di oggi e di domani. Oltre 250 consiglieri provinciali provenienti da tutta la regione hanno dato vita ad una assemblea ricca di spunti e motivi di riflessione, ma anche di tanta concretezza nell’individuare le linee che guideranno la Federcaccia lombarda nei prossimi anni e mettere in luce quanto fatto fino ad ora. “Ciascuno apre oggi nel proprio orizzonte una pagina bianca su cui cominciare a scrivere il nuovo diario – ha affermato introducendo l’assemblea il vicepresidente regionale Rodolfo Grassi nel suo applaudito intervento -: è la nostra Federcaccia che si rinnova e rivendica il ruolo da protagonista nella gestione della risorsa selvaggina e nella Società civile”. E ancora: “Lo ha iniziato con questa stupenda manifestazione il presidente regionale professor Mauro Cavallari, ne siete, ne sarete staffetta voi, presidenti provinciali e consiglieri tutti. Rappresentate l’orgoglio del meraviglioso popolo della caccia in una iniziativa grande capace di accelerare la storia della Federazione. Mutarne il modo di operare ma non, e ritengo opportuno sottolinearlo, il volto e le prospettive. Se occorre un nuovo slancio è nella voglia di fare, di continuare ad essere protagonisti moderni in una società che muta, fedeli alla nostra storia senza mai subire la condanna della tradizione…”.
Una voglia di cambiare e di fare che ha già prodotto risultati, messi in luce proprio dal presidente regionale Mauro Cavallari nel suo vivace intervento. Il dinamico presidente lombardo ha ripercorso grazie ad alcune semplici ma esplicative schede proiettate in sala il cammino affrontato negli ultimi anni da Federcaccia Lombardia per razionalizzare struttura, risorse umane ed economiche, mettendo in condizione ogni sezione provinciale di operare con maggiore tranquillità ed efficienza negli anni a venire, creando una struttura forte e ben rappresentata sul territorio, dove raccoglie da sola il 53% dei praticanti l’attività venatoria, malgrado i cacciatori, qui come nel resto d’Italia, continuino purtroppo a calare.
Cavallari ha poi affrontato l’aspetto della ricerca scientifica a sostegno della caccia. “La caccia alla migratoria è sotto attacco: caccia da capanno, allodola, anatidi, beccaccia e beccaccino corrono il rischio di veder diminuiti specie e tempi di caccia. Anche la fauna stanziale è spesso in discussione: pensiamo agli ungulati o alla tipica fauna alpina, il cui prelievo è deciso e regolato in base a dati e consistenze faunistiche non sempre aggiornate o corrispondenti alla realtà.
Noi cacciatori fino ad oggi abbiamo sviluppato poche competenze scientifiche – ha rimarcato Cavallari – ma l’esperienza dei progetti portati avanti dagli Uffici tecnico scientifici della Federcaccia Nazionale, grazie alla collaborazione di tantissimi appassionati e volontari, hanno dimostrato che è possibile colmare i vuoti di conoscenza di dati scientifici, fino a poco tempo fa forniti e interpretati solo da associazioni protezionistiche che raramente ne hanno fatto un uso obbiettivo e quasi sempre a scapito dell’attività venatoria. Da oggi anche in Lombardia daremo vita ad un ufficio avifauna, composto da personalità del mondo scientifico, che raccoglieranno dati ed elaboreranno progetti, che metteremo a disposizione delle Istituzioni, affinché le decisioni inerenti la caccia vengano prese in forza della scienza e non del sentimentalismo ambientalista o animalista. La conoscenza di dati aggiornati e una loro lettura non di parte ha consentito più volte di ottenere calendari venatori corretti nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali.
È quindi fondamentale aumentare i fondi da destinare alla ricerca scientifica, innalzando anche il livello di confronto col mondo universitario e con l’Ispra. Questo ci consentirà anche di recuperare tradizioni e ambienti. Anche per questo l’ufficio avifauna studierà una via per riportare una tradizione come lo spiedo di uccelli ad essere ancora presente nella nostra regione, certamente con regole severe e passaggi certificati. Così come per i roccoli, che sono ambienti particolarissimi, un aspetto unico del paesaggio lombardo e noi vogliamo fare in modo che questo non venga abbandonato, ma conosciuto apprezzato e valorizzato. E ancora, pensare a costruire una filiera della carne da selvaggina, dalla macellazione, al controllo sanitario, dalla commercializzazione, alla degustazione nei migliori ristoranti della nostra regione. È l’inizio di una nuova era – ha terminato fra gli applausi Cavallari – Abbiamo tutto quello che ci serve per essere protagonisti del nuovo corso di Federcaccia Lombardia… Costruiremo una nuova figura del cacciatore, che ci consentirà di essere protagonisti nell’ambiente e nella società civile, facendo scoprire a tutti i pregi di questa nostra grande passione: la caccia”.
Per dare ancora più incisività al suo intervento e far comprendere come i pur legittimi timori per un cambiamento così profondo, soprattutto nel modo di porsi nei confronti di temi trattati fino ad oggi con ben diversi approcci, Cavallari ha poi proiettato un breve filmato in cui si affronta il tema del cambiamento paragonandolo a uno “strappo” con tutto ciò che era precedente. Un cambiamento che porta con sé paure, resistenze, accuse di illogicità. Il caso presentato è quello del salto in alto, dove un radicale e al tempo giudicato, appunto, addirittura pericoloso modo di affrontare l’ostacolo ha consentito di alzare l’asticella e far raggiungere nuovi risultati. Quell’asticella, che metaforicamente con questo cambiamento, questo “strappo” Federcaccia Lombardia vuole alzare e superare per tutta la caccia italiana.
A Cavallari ha fatto seguito il presidente provinciale di Brescia Marco Bruni, con un breve intervento per illustrare l’iniziativa presa assieme ad ANUUMigratoristi di avere a Bruxelles presso il Parlamento Europeo e gli altri organismi istituzionali della Commissione UE una rappresentanza fissa, una giovane laureata con un’esperienza già maturata alla Commissione Ambiente, per tenere i contatti con la stessa Commissione e con l’Intergruppo “Biodiversità, Caccia, Attività rurali”, di cui fanno parte una ventina di Europarlamentari italiani, per portare in quella sede proposte e progetti, ma anche per contribuire a garantire una corretta informazione agli Europarlamentari in merito alle tematiche venatorie.
Più complesso l’intervento dell’altro vicepresidente regionale, l’avvocato Lorenzo Bertacchi, che ha illustrato con dovizia di particolari il ruolo avuto negli ultimi anni da Federcaccia Lombardia per operare non con comunicati come fanno molti, ma con interventi di carattere legale molte situazioni pericolose per i cacciatori lombardi e non solo, usando quello strumento del ricorso ai Tar per troppo tempo lasciato esclusivamente in mano animalista.
Difesa dei roccoli, del calendario regionale, dei piani faunistici, interventi, come l’ultimo in ordine di tempo avverso il comune di Mantova per provvedimenti lesivi dei diritti dei cacciatori e contrari alle norme, sono solo alcuni esempi dell’attività “legale” di Federcaccia lombardia. Un impegno in cui in futuro sarà dato ancora più importanza con il potenziamento del settore legale, per tutelare la caccia attraverso i ricorsi al TAR contro le pubbliche amministrazioni; una tutela potenziata per il singolo socio; l’assistenza legale per i processi penali di interesse generale; un “ufficio legale” a disposizione delle Sezioni Provinciali; una azione di prevenzione attraverso il monitoraggio costante dei provvedimenti della Pubblica Amministrazione.
Presente all’assemblea lombarda anche il presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio, che dopo essersi complimentato con Cavallari per la presentazione, traendo anche lui spunto dalla metafora del “salto” con cui questa si è conclusa, ha sottolineato come questo sia il momento per fare, come Federazione e come dirigenti, un analogo scatto che faccia ripartire il progetto Federcaccia di domani, “Sono lieto – ha detto il presidente Dall’Olio – che Federcaccia Lombardia si sia mossa in questa direzione di rinnovamento e razionalizzazione, raccogliendo di quel progetto le direttrici principali, ma anche l’apertura verso una visione complessiva della caccia che va oltre all’organizzazione della Federazione.
Dal punto di vista delle cose da fare l’unica associazione che per storia e dimensioni può giocare insieme alla altre la partita di un rinnovamento della caccia italiana per idee, proposte, visione di insieme è Federcaccia. Anche la razionalizzazione di risorse e struttura è un obbiettivo da raggiungere non solo per valore interno, ma per poter mettere maggiori energie e capacità a favore dell’intero sistema. Dobbiamo, e non è la prima volta che lo dico, aumentare la professionalità complessiva su cui andare a innestare la forza del volontariato, che da sola e senza una guida capace non è più sufficiente. La Lombardia ha fatto la scelta di una maggiore professionalità, ma non ci possiamo fermare a questa regione. Abbiamo programmato una assemblea di riorganizzazione per mettere le basi per una Federcaccia che mettendo insieme tutte le sue anime sia in grado di affrontare temi di politica ambientale e venatoria che diano alla caccia un futuro, per dare ai nostri figli e ai nostri nipoti la caccia di domani, che non è e non può essere più quella di ieri, ma che deve avere la capacità di rispondere alle modifiche ambientali, sociali, culturali che avvengono e la coinvolgono. La caccia si è sempre modificata perché è una manifestazione della cultura dell’uomo e la cultura si è sempre evoluta. Sta a noi lavorare per la caccia di domani. Sta a noi impegnarci per un ambiente dove si possa cacciare con serenità, magari gestito assieme ad altre sigle che non siano solo quelle alle quali siamo da tempo abituati.
Perché è vero che bisogna difendere i calendari e lo faremo, come abbiamo sempre fatto a differenza di quel che si vuol far credere a chi ha la memoria corta. Ma non è nei calendari che si va a caccia, ma nell’ambiente. E in tutti e due ci si deve impegnare ad ottenere i migliori risultati. Dobbiamo essere piloti e interpreti principali della caccia in Italia e lo potremo essere tanto più e tanto meglio proseguendo sulla strada della conoscenza scientifica; dei piani di gestione conservativi; della difesa e recupero dell’ambiente; delle azioni necessarie alla salvaguardia delle specie in cattivo stato di conservazione, anche attraverso processi di reintroduzione.
Questa – ha concluso il presidente Dall’Olio – è la strada da percorrere insieme e uniti per la caccia e per i cacciatori”. Uno spazio per gli interventi ha concluso l’assemblea, nel corso della quale, anche per “spezzare” una sessione di lavoro comunque impegnativa, sono stati premiati alcuni atleti cinofili per i risultati conseguiti nel campionati lombardo caccia a starne: il campione individuale Luca Realini e la squadra di Varese, prima classificata, composta da Luca Realini, Giovanni Bemetel, Mauro Casazza e Fulvio Mambelli. Un apprezzato intermezzo è stata anche l’esibizione di due chioccolatori, che hanno dato un esempio di una bravura che è anch’essa arte tradizionale.
( 1 aprile 2015 )
Federcaccia