Cosa accadrà nella stagione 2024-2025
Proprio ieri si è tenuta la riunione della Consulta faunistico-venatoria territoriale, chiamata a dare pareri rispetto alle integrazioni di competenza territoriale al calendario venatorio regionale per l’annata 2024-2025. Le esigenze di chiusura per la stampa non ci hanno consentito di poter dire già qui come sono andate le cose; di sicuro nei prossimi giorni sul nostro sito daremo adeguata informazione. Possiamo però chiarire quali sono le posizioni che abbiamo inteso, ad ogni livello, ribadire rispetto alle esigenze di chiarezza dei Calendari Venatori, a cominciare dal prossimo. La Federcaccia Regionale, e di conseguenza anche la Bresciana, sta sollecitando Regione Lombardia affinché il calendario venatorio regionale esca completo di tutte le specie cacciabili, con indicati i relativi periodi di caccia e carnieri stagionali e giornalieri, senza rimandi ad altre leggi o provvedimenti. In sostanza il cacciatore da un unico documento sintetico e snello deve poter sapere e capire quando, cosa e quanto può cacciare in via generale.
Specie stanziali
Così come sarebbe utile che le aperture e chiusure fissate in calendario debbano essere identiche per tutti a livello regionale anche per le specie stanziali (lepre comune, starna, pernice rossa, fagiano, coniglio selvatico, minilepre e volpe) ovviamente distinguendo tra ATC e CAC, e nel Comprensorio Alpino tra Zona A e Zona B. In sostanza si avrebbe l’indicazione di un periodo massimo a dette specie, rimanendo ferma la possibilità, a stagione in corso, che detto prelievo possa essere chiuso anche anticipatamente per raggiunto piano di prelievo approvato o anche perché entro un periodo ragionevole, che noi indichiamo in sette settimane dall’apertura, non si sia arrivati al raggiungimento di almeno il 70% del piano stesso; o per altre ragioni gestionali dovute a straordinarietà, su richiesta del Comitato di gestione di ATC. Naturalmente, fermo restando le date di apertura e chiusura, il carniere stagionale della fauna stanziale dovrà per forza essere differenziato per i singoli istituti, in considerazione delle consistenze faunistiche dei singoli territori e della quantità di pressione venatoria. Va da sé che per quanto riguarda invece l’apertura generale della attività venatoria non vi è dubbio che la data debba essere quella della terza domenica di settembre come stabilito dalle legge nazionale 157/92. Si ribadisce che l’intuizione di mettere giorni fissi anche negli ATC a settembre, mercoledì, sabato e domenica e fino alle 13 per la stanziale e dopo le 13 esclusivamente da appostamento temporaneo esclusivamente alla migratoria, andrebbe sicuramente confermata. Peraltro questa misura serve per motivare lo scostamento da parere ISPRA quanto alla stanziale in ordine a disturbo, controlli e pressione venatoria nei primi giorni di caccia.
Minore frammentazione
Anche per ciò che riguarda le integrazioni apposte dai Comitati di Gestione dei Comprensori Alpini, visto il notevole calo dei cacciatori, il 30% in Lombardia in un decennio, un qualcosa di condiviso e di minor frammentazione sarebbe auspicabile e alquanto gradito. Crediamo che sette/otto quote di adesione, alle quali corrisponde una diversa possibilità di prelievo, siano oggettivamente troppe; ne consegue anche da questo, oltre che da tutte le invenzioni regionali, un disamoramento generale e il classico appendere il fucile al chiodo. A esempio adesso in zona Alpi abbiamo fatto i corsi per coloro che si mettono a disposizione per i censimenti alla tipica selvaggina alata alpina; e ora si stanno iniziando gli esami per i cani, per certificare la loro idoneità ad effettuare i censimenti. Nulla conta se i cacciatori che hanno dovuto fare il corso sono magari trent’anni che fanno censimenti correttamente e se i cani che debbono fare gli esami, previsti ogni cinque anni, nei giorni appena seguenti a quelli che fanno i censimenti di fatto possono fare addestramento senza avere sostenuto esami, con lo stesso presunto pericolo per la selvaggina. Capiamo che certe nozioni o esami possano servire a chi si avvicina per la prima volta a dei tipi di caccia, non lo capiamo proprio per nulla quando si vuole per forza insegnare a chi già fa le stesse cose da tanti anni con ottimi risultati. E si badi bene che non è tanto per le giornate buttate che ci cascano le braccia, quanto per la presunzione di inadeguatezza che ci portiamo dietro nella considerazione della pubblica amministrazione. (Fonte FEDERCACCIA BRESCIA – CACCIAPENSIERI)