Serve una sanatoria da parte di Regione Lombardia e serve quanto prima. I controlli effettuati dai SOARDA, nucleo anti bracconaggio dei Carabinieri forestali stanno terrorizzando interi territori. I controlli si focalizzano sugli anellini inamovibili dei richiami vivi nonostante Federcaccia Brescia abbia dimostrato, con un’analisi su un campione di 1500 anellini, che il 74% è difforme dalle tolleranze dichiarate dallo stesso produttore degli anelli. Questa situazione è frutto dell’inerzia di Regione Lombardia e dei suoi funzionari, poiché ricordiamo che gli anelli vengono distribuiti da Foi e Amov su incarico della Regione ai cacciatori, nonostante si sia dimostrato che sono sballati nelle misure in una percentuale imbarazzante. Già la Regione Liguria ha approntato una sanatoria lo scorso anno, perfettamente legittima e legale, lo faccia anche l’assessore regionale alla caccia Fabio Rolfi.
Intanto le associazioni venatorie aderiscono alla manifestazione organizzata per domani mattina a Brescia che partirà alle 9.30 dal parcheggio del centro Margherita d’Este di via San Polo e arriverà fino al parcheggio della Questura tra via Bertoli via Donatello per protestare contro i metodi di controllo messi in atto dai Soarda. Di seguito il comunicato: “Le Associazioni Venatorie Lombarde invitano i propri iscritti a partecipare al corteo e alla manifestazione autorizzata a Brescia per venerdì 22 ottobre a partire dalle 9.30 di fronte alla Questura, organizzata per chiedere rispetto nelle attività di controllo e ispezione.
I controlli effettuati dai Carabinieri Forestali dei SOARDA, solitamente accompagnati da nutrite schiere di volontari, pare che spesso superino i limiti stessi di attività ispettive commisurate alle fattispecie di reato ricercate e al comportamento stesso del cacciatore controllato– sovente solo – che, dapprima intimorito e intimidito da un tale di spiegamento di forze, si sente poi vittima impotente di contestazioni a cui non ha diritto di replica (nemmeno in Tribunale). Nei controlli a carico dei cacciatori si percepisce – purtroppo – un fervore che poco c’entra con l’obiettività e la misura che dovrebbero essere proprie delle Forze dell’Ordine. Il che è singolare allorché si valutino le indagini bresciane sui richiami vivi parametrandole con l’impegno (poco percepibile) profuso per far luce sugli atti di danneggiamento e violenza subiti dai cacciatori e –soprattutto – per prevenire ulteriori atti di violenza.
Salvo casi, che pur ci saranno, di rinvenimento di richiami muniti di anellini visibilmente irregolari e amovibili e che giustamente dovranno essere oggetto di contestazione , ad oggi ci risultano casi di sequestri di richiami allevati e inanellati in questo stesso 2021 dagli stessi cacciatori controllati, a cui addirittura in taluni casi si è arrivati a contestare non l’irregolarità dell’anellino (nuovo e perfettamente conforme alle misure e visibilmente non modificato e assolutamente inamovibile) , ma che il richiamo potesse non essere nato quest’anno, con conseguente sequestro. Senonché – per prassi e per evitare di dover custodire il richiamo mantenendolo in vita– a seguito del sequestro l’anellino viene rimosso (tagliandolo), il richiamo liberato, e per il cacciatore diviene definitivamente impossibile dimostrare la regolarità dell’anellino (ormai compromesso) e rientrar e in possesso del richiamo. A Brescia si sta creando purtroppo un clima intimidatorio che mina anche il giusto e corretto rapporto che dovrebbe esserci tra cittadini e forze dell’ordine deputate ai controlli: si è arrivati al punto che i cacciatori capannisti hanno paura di andare a caccia.
Le Associazioni Venatorie non sono contrarie all’attività di controllo, ma ritengono che nel corso delle stesse si debba sempre tener presente che il cacciatore sta svolgendo un’attività non solo lecita , ma addirittura oggetto di concessione statale e regionale. Purtroppo molti cacciatori cominciano a pensare che rispettare le regole non basti per esercitare la propria passione perché ormai si sentono impotenti di fronte alla discrezionalità applicata nei controlli a cui consegue il sequestro di richiami vivi anche legittimamente detenuti ed usati. Il che pare francamente intollerabile in uno Stato di Diritto, quale il nostro pretenderebbe di essere. Venerdì i rappresentanti delle Associazioni in delegazione si recheranno dalle Autorità competenti, ma in corteo e in piazza sarebbe importante la presenza di molti Cacciatori, riuniti civilmente e ordinatamente, presenti per manifestare con il rispetto per la Divisa che da Cittadini abbiamo non solo a caccia, ma in ogni nostra occupazione quotidiana.
Lo stesso rispetto che vorremmo che le Forze dell’Ordine usassero nei nostri confronti, quali Cittadini che stanno esercitando un’attività riconosciuta dallo Stato.” Viene da chiedersi cosa stia aspettando ad intervenire la politica, i deputati e i senatori bresciani, i consiglieri regionali e tutti i rappresentanti istituzionali di fronte a questa situazione. Federcaccia Lombardia sta verificando la possibilità di prestare assistenza legale gratuita nei confronti di tutti quei cacciatori ai quali siano stati sequestrati i richiami vivi per difformità nelle misure. Se queste misure in eccesso dovessero essere nell’ordine dei decimi e centesimi di millimetro Federcaccia sta valutando la possibilità di sostenere i cacciatori nelle cause di richiesta dei danni a Regione Lombardia per conto della quale vengono distribuiti gli anellini e che mai ha verificato la congruità delle misure degli stessi. La manifestazione partirà alle 9.30 dal parcheggio del centro Margherita d’Este di via San Polo e arriverà fino al parcheggio della Questura tra via Bertoli via Donatello (Federcaccia Brescia).