La sentenza del Consiglio di Stato
Settimana ricca di avvenimenti per il nostro mondo. Rimarchiamo l’incontro avvenuto a Roma tra gli Assessori alla Agricoltura di Lombardia Alessandro Beduschi e della Liguria Alessio Piana con il sottosegretario di Stato Claudio Barbaro e il prefetto Stefano La Porta, presidente di Ispra. La riunione è stata convocata a seguito della presa di posizione degli Assessori Regionali in merito alla mancata quantificazione da parte di Ispra delle modiche quantità di avifauna cacciabile in deroga. Difatti da molti anni rispetto al tema Ispra ritiene di risolvere la questione semplicemente affermando di non avere dati sufficienti per fare le opportune valutazioni. Vi è stata però una sentenza, da parte del Consiglio di Stato a fine 2023, che ha disposto l’obbligo per Ispra di produrre i dati in questione, cosa non fatta neanche quest’anno. La riunione di questi giorni, che ha toccato anche i temi dei valichi, dei roccoli e dei richiami vivi, ha visto la piena attenzione dei rappresentanti del Ministero e l’intenzione di dare indicazioni per un cambio di passo anche rispetto ai pareri sui calendari venatori. Ovviamente siamo molto soddisfatti della iniziativa; siamo altresì del parere che prima di cantare vittoria aspettiamo i primi fatti, quindi i primi pareri in difformità con il recentissimo passato.
Richiami vivi
A livello regionale intanto sono stati presentati svariati emendamenti, approvati in commissione agricoltura per la discussione consigliare, tesi a modificare la legge 26/93 che riguarda la caccia. Possiamo convenire su molti di questi come quello per consentire il prelievo del cinghiale con terreno coperto di neve anche al di fuori della zona Alpi, per meglio combattere la diffusione della peste suina africana. Così come quello che vorrebbe portare la gestione delle oasi di protezione all’interno dei compiti di Ambiti e Comprensori Alpini, o quello che debba riservare il controllo ed il maneggio dei richiami vivi ai soli veterinari delle ATS e non a qualsiasi agente che abbia fatto qualche corso strano di poche ore. Estremamente importante anche l’emendamento che vorrebbe consentire di estendere la permanenza associativa oltre il primo anno ai cacciatori accompagnati da persone diverse dal genitore. Manca sempre l’altro aspetto che ancora oggi non consente di avere la possibilità per un figlio, non alla prima licenza, di poter cacciare con il genitore in un ambito diverso da quello di residenza se non ammesso. Un egoismo estremamente difficile da digerire se si pensa che in 10 anni abbiamo perso il 30 per cento degli effettivi in Lombardia.
Appostamenti fissi
Ci sono poi due emendamenti sui quali la valutazione è giocoforza diversa. Pare inopportuno quello che vorrebbe legittimare l’uso degli uccelli feriti, non perché non abbia buon senso, quanto alle polemiche che si avvieranno su questo tema con le associazioni ambientaliste, e francamente, per poche unità in un anno, forse varrebbe la pena valutarne la effettiva portata. Un altro emendamento ci diventa di difficile comprensione: è stata approvata da poco la possibilità di chiedere autorizzazione per nuovi impianti di appostamenti fissi in zona di maggior tutela dei Comprensori Alpini, con la prescrizione che tale autorizzazione sarebbe dipesa dal parere vincolante del Comprensorio stesso. Dopo solo un anno si propone di togliere questo parere vincolante. Praticamente si propone di esautorare dai compiti di gestione i comprensori, che hanno la responsabilità della gestione del territorio, in una parte della Zona Alpi che si chiama di maggior tutela ed è stato individuato per legge ove presente la fauna e la flora selvatica alpina, e consentire l’impianto di appostamenti fissi ove richiesto, senza più nessun filtro. Noi crediamo che i Comitati di Gestione abbiano chiaramente il compito di tutela e gestione, e che se vi sono delle motivazioni valide per i dinieghi, questi debbano essere ascoltati. Ovviamente ci rendiamo disponibili a farci interpreti di un tavolo di confronto tra tutti i Presidenti dei Comitati di Gestione e le esigenze diverse, perché i dinieghi non siano automatici e poiché, siamo convinti, solo dal dialogo si può trovare il modo per uscire da questa ipotesi di forzatura, che non fa bene al nostro mondo, poiché diversamente non ci troveremmo sicuramente con dei vincitori, ma con un insieme di perdenti (fonte: Cacciapensieri FIDC Brescia).