Alcuni casi di trichinellosi riscontrati nel corso di questa stagione hanno alzato il livello di attenzione dei consumatori. In Regione Lombardia da gennaio 2020 ad oggi sono stati conferiti presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e testati per la ricerca di Trichinella spp. 5436 campioni di muscolo di cinghiali abbattuti, di cui 295 a Brescia. Questa attività di sorveglianza, eseguita in rispetto a quanto previsto dal Piano regionale di monitoraggio e controllo sanitario della fauna selvatica, ha permesso di identificare quattro campioni, prelevati da altrettante carcasse di cinghiali abbattuti in regione, positivi per Trichinella britovi.
Queste positività sono significative della possibilità che questo parassita possa concretamente essere presente nelle carni di cinghiali selvatici abbattuti nella nostra Regione e devono portare a un’applicazione scrupolosa delle misure di sorveglianza. La trasmissione di questo parassita zoonosico avviene per l’ingestione di carne infestate dalle larve del parassita che, una volta compiuto il ciclo riproduttivo nell’intestino, si incistano nella muscolatura striata aspettando di poter infestare un nuovo ospite. Talvolta le larve del parassita possono migrare erroneamente al cuore o al cervello provocando danni molto seri. Trichinella spp. è un piccolo verme cilindrico diffuso in tutto il mondo in grado di parassitare la muscolatura striata di tutti i mammiferi, compreso l’uomo.
In generale è maggiormente riscontrabile nelle specie carnivore e onnivore, come il cinghiale, proprio per le attitudini alimentari di queste. Per far fronte a questa parassitosi, rara, ma comunque presente nella fauna lombarda le normative impongono il controllo sanitario di tutte le carni dei cinghiali cacciati indipendentemente dal destino delle carni. Far esaminare i campioni prelevati dai cinghiali abbattuti agli Enti Sanitari preposti, osservando allo stesso tempo alcune misure igienico-sanitarie di base, garantisce la salubrità delle loro carni, prassi ben radicata nelle nostre squadre di cinghialai. È importante sapere che la salatura, l’essiccamento, l’affumicamento e la cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l’uccisione del parassita. Degli episodi di positività nei cinghiali sono fenomeni sporadici dovuti alla presenza di un ciclo selvatico di questo parassita, ma potenzialmente presenti, come dimostrano le positività citate. Si raccomanda quindi una stretta collaborazione con gli Enti Sanitari da parte di tutto il mondo venatorio e l’utilizzo esclusivo di carni di cinghiali sottoposte agli accertamenti sanitari previsti.