La caccia è qualcosa di diverso
Prendiamo ad aiuto un editoriale del nostro Presidente Nazionale Massimo Buconi sul perché della caccia, nonostante le tante incertezze normative, le questioni della PSA, dell’aviaria, del piombo, i difficili rapporti con le altre associazioni ed organizzazioni, le riunioni ed i tavoli tecnici, le corse ai ricorsi messi in piedi spesso in modo squisitamente surrettizio dalle più svariate associazioni anticaccia. Insomma, in un mondo sempre più difficile e che richiede alla nostra dirigenza per affrontare queste situazioni sempre più preparazione e professionalità. Ma pur in queste condizioni, neanche minimamente pensabili qualche decennio fa, riteniamo che la caccia sia qualcosa di diverso che solo burocrazia e complicazioni, che allontanano chi in qualche modo interessato, dal nostro mondo.
Una gioia indescrivibile
La caccia è quella febbre che ci prende quando sentiamo nell’aria il mutare della stagione, quando la sera andiamo a letto, nonostante l’età, con l’entusiasmo di un ragazzo pensando a come sarà l’alba dell’indomani. È la gioia profonda che proviamo a calcare il terreno sulle orme dei nostri cani, il cuore che salta in petto all’esplodere della canizza, i brividi lungo la schiena a vedere un branco di anatre curare gli stampi, o di colombacci che credono ai nostri volantini, il sussulto nel vedere la sagoma dell’animale che si staglia nel cannocchiale e tanto altro che caratterizza le nostre azioni. Ed è anche la gioia di incontrare amici che attraverso la caccia sono diventati cari come fratelli; è quella malinconia sottile, bella anche se fa male, al pensiero di come vorremmo poter raccontare la nostra giornata a chi ci ha preceduto e fatto il grande dono di passarci questa incredibile voglia di essere cacciatori, per descrivergli l’emozione di quel tiro di stoccata o magari della delusione per una padella.
Rispetto e dignità
Questa è la caccia e tanto altro. Questo è quello che amiamo e che ci tiene vivi e insieme. Tutto il resto, una volta sciolto il cane, caricato il fucile, sistemato l’ultimo richiamo, sono solo pensieri da dimenticare. La caccia siamo noi e come la sentiamo e la sappiamo raccontare e trasmettere. Facciamolo bene, viviamola appieno, sempre, con rispetto ma con dignità. Nei campi e nelle colline, in montagna e nelle lagune, ma anche sul posto di lavoro ed in mezzo alla gente. Facciamo vedere che la caccia ed i cacciatori non sono ciò che inventano e raccontano i nostri avversari e nemmeno quello a cui vorrebbero ridurla. Dimostriamo a chi vorrebbe farci smettere che le difficoltà non fiaccano i cacciatori, anzi li temprano. Non diamo a chi ci avversa questa soddisfazione e rimaniamo compatti, per noi e per tutti quelli che con noi condividono questa passione continuando ad andare a caccia, come diceva il nostro grande Bruno Modugno che abbiamo avuto la fortuna di avere come amico, brindando “alla faccia di chi ci vuol male”. Con questo pensiero e con questo invito ci apprestiamo ad iniziare anche questa nuova stagione. E facciamo sì che come quella che l’ha preceduta e quelle che la seguiranno, continui ad essere una delle tante ragioni della nostra vita (fonte: FIDC Brescia).