La Federcaccia provinciale di Brescia ha pubblicato una nuova nota della propria rubrica “Cacciapensieri”, sottolineando nuovamente le perplessità per le modifiche apportate all’articolo 51 della legge regionale. In occasione dell’approvazione del bilancio lombardo, infatti, si è deciso di eliminare le sanzioni previste per chi allena e addestra i cani nelle zone vietate, nello specifico nelle zone di ripopolamento e cattura e nelle cosiddette “zone rosse”.
L’associazione ha ricordato come non tutti siano così contrari, visto che la Pro Segugio bresciana ha apprezzato il cambiamento, una posizione nettamente contraria. Secondo FIDC Brescia, l’esistenza delle zone in cui addestrare i cani da seguita in questa parte della Lombardia è il risultato della richiesta da parte delle sezioni comunali che hanno convinto i proprietari terrieri.
La Pro Segugio ritiene invece che ci sia una vera e propria persecuzione nei confronti di una sola categoria di cani, i segugi appunto, dunque la recidiva doveva essere sospesa in quanto questa razza può sconfinare involontariamente nelle zone vietate dopo aver percorso lunghissime distanze. Federcaccia ha contraddetto tutto questo, precisando che sarebbe stata necessaria la sospensione del tesserino venatorio solamente quando l’addestramento cinofilo non è consentito. Il nuovo articolo, quindi, andrebbe a penalizzare i cacciatori e i segugisti onesti.