Puntuale e gradito come una bella polmonite è arrivato l’ennesimo ricorso al TAR della LAC (Lega ANTI caccia). Dopo aver presentato ricorso contro il fatto che Regione Lombardia non ha sospeso la caccia (prima ancora di aprirla) per la siccità l’11 agosto ha notificato un altro ricorso impugnando il calendario venatorio. Il ricorso nel quale la LAC ha chiesto di sospendere ogni prelievo di tutte le specie cacciabili si discuterà l’8 settembre. Le motivazioni sono sempre le stesse con l’aggiunta di particolari fantasiosi. Si torna a dire che non si può adottare il calendario con legge, dimenticando che sono dieci anni che il TAR respinge questa motivazione poiché lo stesso è adottato con atto amministrativo sul quale peraltro si basa il ricorso; o che non c’è stato parere ISPRA, ricevuto invece da Regione ancora ad aprile, salvo poi lamentarsi che c’è stato UNO scostamento dal parere stesso.
Ora a noi pare che alla LAC ci sia il dubbio che i Giudici non sappiano leggere e abbiano memoria corta, cosa che noi non pensiamo affatto; ci verrebbe da dire che a questo punto iniziale della disanima un bel “ma mi faccia il piacere” alla Totò ci starebbe bene. Ma il bello (per modo di dire) del ricorso sta quando LAC lamenta che non si sia posto un limite inferiore a quello derivante dalle Leggi per ogni specie di migratoria. A parte il fatto che ben 5 specie quest’anno sono state temporaneamente escluse dal prelievo e per altre 5 sono stati posti limiti numerici. E quindi il loro assunto è che siccome si possono prelevare 30 capi al giorno di migratoria per 55 giornate di caccia per i 54.775 cacciatori si arriverebbe ad avere ammesso la possibilità di abbattere ben 90 milioni di capi PER OGNI SPECIE.
Ora a noi pare che per arrivare ad ipotizzare questi dati ci voglia una bella testa, una bella pensata. Credo che ogni commento appaia inutile. Se non fosse che poi passando a valutare la situazione dei cosiddetti palmipedi e trampolieri il ricorso, con un metodo nuovo e foriero di grafici e tabelle di Regione Lombardia recanti i dati dei prelievi storici di vent’anni, propone una tesi ancora più ardita. E per dire di come si ragiona, anzi si sragiona, valutiamo le considerazioni relative alla specie Canapiglia. Trascriviamo “il prelievo di canapiglia sul territorio regionale nel periodo 2002-2020 è stato irregolare, con valori compresi tra 500 e 1.000 esemplari con trend in diminuzione (all’anno). La previsione di un carniere elevatissimo (10 esemplari al giorno per tutti i giorni di caccia per tutti i cacciatori, quindi nell’ordine di decine di milioni di esemplari non è legittimo)” Ma se in vent’anni è certificato che il prelievo massimo è stato di un migliaio di capi all’anno, quest’anno tutti i cacciatori andranno a caccia di canapiglie tutto l’anno e le faranno sorgere dal nulla per poterne abbattere a milioni?
Crediamo fermamente che non vi possa essere Giudice tanto allocco da farsi “canapigliare” per il naso da queste fumose quanto insensate pregiudizievoli affermazioni. E a sostegno delle loro argomentazioni ogni spesso viene detto del calo della selvaggina certificato anche del calo degli abbattimenti certificati dai dati di lettura dei tesserini. NON si dice mai che i cacciatori, purtroppo, anche a causa di eccesso di ricorsi e di assurde interpretazioni di norme e di difficoltà di accesso alla attività, sono calati del 50% in vent’anni. E la metà dei cacciatori non porteranno probabilmente alla riduzione della metà dei prelievi? Sulla questione del quadro climatico non è che noi siamo delle persone e cittadini contentissimi. Ma se questo è il futuro che ci viene descritto, con estati sempre più calde, non pensiamo che noi e gli animali ci adatteremo?
Nelle evoluzioni e attraverso addirittura le glaciazioni si è arrivato alla situazione attuale, con quante mutazioni anche genetiche? O sarà la stagione venatoria prossima o prossime ad estinguere ed estinguerci? I dati della prima settimana di censimento alla avifauna alpina che si stanno facendo, rilevano un lieve aumento del numero delle covate nei luoghi storici e un AUMENTO del numero dei pulli rispetto alle medie storiche. Le covate di galli forcelli, di pernici bianche e di coturnici senza gravi perturbazioni atmosferiche sono andate MEGLIO. C’è però una affermazione che passa le righe e che merita una ulteriore riflessione.
Quando la LAC a proposito di siccità afferma che “oltre a questa si percuote sulla fauna selvatica la FURIA VENATORIA che non trova limiti ed ostacoli di sorta…” Ora a noi pare che se c’è qualcuno che ha avuto in tutti questi anni una FURIA questi sono i signori della LAC, che comunque, sempre, con motivazioni le più disparate hanno sempre preteso di etichettare malamente cacciatori, legislatori e chiunque non la pensi come loro. Siamo abituati a resistere e resisteremo: Federcaccia Lombardia l’8 settembre sarà al TAR con i propri legali, al fianco di Regione Lombardia, per ricordare ai Giudici il corretto quadro normativo e regolamentare in cui la caccia si svolge in Lombardia. (Fonte FIDC BRESCIA – CACCIAPENSIERI)