Un dato nazionale oggettivo
Le elezioni Europee si sono svolte ed hanno avuto come primo riscontro un dato nazionale oggettivo: poca l’affluenza alle urne da parte degli aventi diritto al voto. Non tocca a noi ovviamente dare giudizi ma rimane il fatto che a nulla serve lamentarsi di ciò che accade se quando si può esercitare un diritto, un grande diritto, quello di determinare chi ci deve rappresentare e governare, preferiamo rinunciarvi. Per quanto riguarda i risultati del voto, per la parte che ci interessa come cittadini cacciatori, crediamo di poter essere moderatamente soddisfatti. Se si esclude la mancata elezione del candidato Bruzzone, che ha avuto comunque un gran riscontro a Brescia e in Lombardia ma non sufficiente a decretarne l’elezione complice una diminuzione degli eletti del suo partito, sia Fidanza che Gori sono stati eletti. Sono poi stati eletti molti altri onorevoli che sappiamo essere vicini al nostro mondo, da Fiocchi a Magoni, da Mantovani a Vivaldini e a Salini per citarne alcuni che conosciamo. Il prossimo passo per gli eletti è l’adesione all’Intergruppo “Biodiversità, Ruralità e Caccia”, Intergruppo che ha come interlocutore per il nostro mondo la FACE Europa. Vedremo in un futuro non molto lontano come potremo rapportarci con il nuovo Parlamento Europeo, chiaramente a livello di Cabina di Regia unitaria Nazionale del mondo venatorio, con la speranza di poter avere attenzioni sulle questioni per noi vitali troppe volte determinate in Europa con molta facilità e senza una vera interlocuzione di tutti i portatori di interesse.
Banca dati
Regione Lombardia, a firma del dirigente Bertinotti ha chiarito, con un comunicato emesso due giorni fa, la situazione della banca dati. Innanzi tutto, per chiarire che sia gli uccelli inseriti in banca dati entro il termine del 30 maggio, anche ai fini della richiesta di eventuali fascette, che quelli eventualmente denunciati in una data successiva possono essere utilizzati a fini venatori nella prossima stagione venatoria, purché siano provvisti di contrassegni inamovibili numerati, leggasi attuali anellini. Anche in attesa delle famose fascette che Regione Lombardia dovrà procurare, si chiarisce che in mancanza delle stesse vi sia la possibilità d’uso dei richiami, così come rimane la possibilità di inanellare i giovani pulli eventualmente allevati con i contrassegni rilasciati dalle associazioni ornitologiche riconosciute, da registrarsi ovviamente poi in data successiva alla nascita. Sarebbe comunque importante che gli anellini per i nuovi pulli fossero di acciaio o di duralluminio, per ovviare ad altre contestazioni dei soliti noti. Questa nota Regionale, se da un lato ci tranquillizza in vista della prossima stagione venatoria rispetto alla possibilità di utilizzo dei richiami vivi, dall’altro ci fa pensare che la stessa Regione Lombardia vede allontanarsi i tempi per la fornitura delle fascette di cui i cacciatori hanno espressamente fatto richiesta con l’iscrizione del fabbisogno in banca dati. E per questo, molto correttamente, inizi a mettere le mani avanti in una logica di rispetto di una forma di caccia, quella da appostamento alla migratoria, molto praticata in Lombardia, e particolarmente nel bresciano.
La mancanza di un supporto scientifico
L’Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia Alessandro Beduschi ha chiesto un incontro urgente con ISPRA in merito alle questioni di stretta attualità riguardanti il mondo venatorio e della pesca. “La Lombardia -dichiara Beduschi- desidera ribadire il proprio impegno a operare nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti in materia di caccia e pesca. Tuttavia, non possiamo ignorare le difficoltà crescenti causate dalle risposte che arrivano da ISPRA dopo ogni nostro atto, che spesso sono del tutto prive di un supporto scientifico adeguato”. “Ci troviamo di fronte – prosegue l’assessore – a un muro ideologico. Questa situazione riguarda non solo la definizione delle quantità minime e della caccia in deroga, ma anche questioni come la riapertura dei roccoli o, per passare al settore della pesca, perfino sulla reintroduzione del coregone nel Lago di Garda.” Secondo Beduschi, Regione Lombardia resta disponibile al dialogo e alla collaborazione con ISPRA, con l’obiettivo comune di garantire una gestione responsabile delle attività di caccia e pesca sul territorio. Su questi presupposti, l’assessore chiede di incontrare Pietro Genovesi, Responsabile del Servizio di ISPRA per il coordinamento delle attività della fauna selvatica e Commissario ad Acta sul tema dei valichi montani. “È fondamentale che ISPRA fornisca argomentazioni basate su dati consolidati e non sul pregiudizio. Se ci vengono date risposte negative, devono essere sostenute da prove concrete e motivate, in quanto cacciatori e pescatori non sono fuorilegge, ma cittadini che chiedono regole chiare poter svolgere le loro attività nel rispetto delle norme e della sostenibilità ambientale” (fonte: FIDC Brescia).