La giornata di domani, martedì 15 marzo 2016, sarà molto importante per quel che riguarda la normativa venatoria della regione Lombardia. La sezione bresciana della Federazione Italiana della Caccia ha deciso di esprimere il proprio giudizio sull’appuntamento, nello specifico la modifica della Legge Regionale 26 del 1993 (“Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’ equilibrio ambientale e disciplina dell’ attività venatoria”). Visto che la competenza dei prelievi venatori è passata di recente dalle province alla Regione, gli articoli del testo in questione in cui si fa riferimento alla Provincia devono essere inevitabilmente sostituiti. Fin qui non c’è nulla di strano, ma Federcaccia Brescia ritiene che nelle norme transitorie ci siano dei passaggi sbagliati.
In pratica, si sta parlando della previsione secondo cui, una volta entrata in vigore la modifica legislativa (dalla settimana prossima per la precisione), gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini avranno a disposizione dodici mesi per eleggere i loro nuovi comitati di gestione. Questi comitati, sempre secondo l’opinione della sezione lombarda, rimarrebbero in carica fino alla primavera del 2018, dunque circa due anni. In effetti, l’attuale giunta regionale guidata dal governatore Roberto Maroni giungerebbe a naturale scadenza e per legge i comitati verrebbero a decadere.
Questo vuol dire che i comitati di gestione che sono stati nominati nel corso del 2015 dovranno essere ricomposti altre due volte nel giro di due anni. Per la federazione si può risolvere il controsenso con un provvedimento molto semplice. I comitati devono avere la possibilità di proseguire il loro lavoro e rimanere in carica fino ai mesi primaverili del 2018, una continuità di azione di cui c’è bisogno, anche come riconoscimento per l’impegno e la fatica profusi. Tutte le altre scelte non verrebbero comprese e accettate dal mondo venatorio lombardo, come sottolineato da Federcaccia Brescia nella sua nota.
L’articolo 29 della Legge Regionale ricordata in precedenza è il primo che si occupa dei comitati provvisori degli ATC e dei Comprensori Alpini. Il testo spiega come questi organi siano composti da un rappresentante della Regione (prendendo spunto dalle recenti modifiche) che sia esperto di caccia e materie faunistiche, un rappresentante del comune (per quel che riguarda gli ATC), un rappresentante della comunità montana interessata (per quel che concerne i comprensori). I comitati provvisori provvedono poi a eleggere il presidente e rimangono in carica fino a quando si eleggono i comitati di gestione: entro sei mesi dalla costituzione, si approva lo statuto, dopo aver sentito i cacciatori iscritti riuniti in assemblea.