Il mondo venatorio lombardo è nel caos. La scellerata strategia dei funzionari regionali dell’Ufficio caccia di spezzettare l’atto amministrativo della Giunta della Regione Lombardia con cui si doveva aprire la stazione venatoria, la cosiddetta Delibera di Calendario, in più tronconi ha portato alla sospensione del prelievo venatorio da parte del tar di Milano, che ha accolto un ricorso degli animalisti. La macchia, la vergogna di questa scelta resterà sempre nel curriculum di questi funzionari anche se comincia a sorgere il dubbio che molti di loro considerino questa vicenda una medaglia, una cosa di cui andare fieri, un obiettivo realizzato più che una disfatta. La reazione dei cacciatori bresciani ma anche lombardi è stata per alcuni rabbiosa per altri attonita e di sconforto.
Ci sono quelli che spontaneamente hanno manifestato, per esempio a Torbole ad un comizio dell’on. Matteo Salvini oppure a Milano alla chiusura della campagna elettorale sempre della Lega Nord, ma ci sono poi i cacciatori che sentendosi offesi e umiliati per lo stop alla stagione venatoria negano persino l’impegno per la manifestazione di venerdì 1 ottobre ancora a Milano. Rabbia e sconforto, urla e silenzio, improperi e rassegnazione. Alcuni consiglieri regionali hanno chiesto le dimissioni dell’Assessore Fabio Rolfi, altri dei funzionari che hanno consigliato l’Assessore.
Noi stessi giovedì scorso abbiamo chiesto che chi ha sbagliato paghi, professionalmente, con il cambio di ufficio: il Direttore Generale, il Responsabile dell’Ufficio Caccia, coloro che hanno ideato e avvallato questa strategia. Potremmo chiamarli gli ideatori dell’operazione “Salvagente di cemento”: in più di una riunione hanno rassicurato le associazioni venatorie sostenendo che se fossero stati impugnati gli atti di fronte al Tar, i cacciatori avrebbero potuto contare sul “salvagente” della Legge Regionale nr 17 del 2004, legge che per anni e anni ci ha consentito di vivere stagioni serene lontane dai ricorsi al Tar. Ma evidentemente, come ha scritto in una sua nota il presidente di Federcaccia Lombardia avv. Lorenzo Bertacchi, in Regione i salvagenti dell’Ufficio Caccia sono in cemento.
Fioccano poi articoli sui quotidiani lombardi che attaccano alcuni consiglieri regionali, soprattutto Floriano Massardi che da un lato viene definito un frequentatore di loschi figuri, si tratterebbe di un non meglio identificato bracconiere della Valle Camonica e dall’altro viene dileggiato, riportando le sue dichiarazioni ad una cena di cacciatori, dichiarazioni che per altro tutti i cacciatori bresciani condividono. Insomma un bailamme più finito, una ridda di voci, proposte e accuse che da un lato condividiamo ma che ci porta anche a riflettere: cosa resterà di questi giorni? Riusciremo a risolvere qualcosa? Oppure la nostra forza sarà ulteriormente ridimensionata?
Emerge in modo evidente la volontà politica di trascurare l’attività venatoria e la gestione del patrimonio faunistico lombardo, che ricordiamo, lo Stata ha affidato alle Regioni. A fronte di centinaia di dipendenti regionali dell’Assessorato Agricoltura i dipendenti dell’Ufficio Caccia non crediamo arrivino a 10. Moltissimi lavori vengono esternalizzati perché non ci sono le risorse all’interno. Quando alcuni progetti vengono in parte realizzati invece all’interno della struttura, vedi le Linee Guida dei Galliformi, ci si rende conto che non funzionano, che sono inapplicabili. Alle udienze presso il Tar, se non si costituiscono i legali delle Associazioni Venatorie come il nostro Presidente Bertacchi, gli avvocati dell’Ufficio Legislativo non vanno oltre una mera difesa d’Ufficio. La vicenda della sospensione del calendario venatorio dimostra infine che i funzionari, tra l’altro molto ben pagati, non hanno messo troppo del loro tempo nella progettazione dell’operazione “Salvagente di cemento”.
Tutte queste sono scelte politiche! Da sabato con ogni probabilità inizierà senza altre interruzioni la caccia, il 98% dei cacciatori si dimenticherà temporaneamente di quanto è successo, gli animalisti andranno avanti a brindare per il successo ottenuto e , se non succederà un miracolo, negli Uffici di Regione Lombardia non cambierà nulla, l’assessore rimarrà al suo posto, il responsabile dell’Ufficio pure per non parlare poi del Direttore Generale. Quindi come dovranno comportarsi in futuro le Associazioni Venatorie? Dovranno continuare a collaborare per non essere mai ascoltate? Oppure dovranno cambiare strategia, e se si, come? Non sono domande di poco conto: i leoni da tastiera e i tredicisti del lunedì avranno sicuramente la risposta pronta, ma sempre dopo. Il mondo venatorio, i dirigenti, coloro che vogliono costruire e non distruggere, sarà meglio che si trovino presto per provare a stendere una linea comune.