Mille e cinquecento anellini per fare chiarezza. Tanti sono gli anelli nuovi della Foi relativi agli ultimi cinque anni che Federcaccia Brescia ha fatto analizzare dalla società AQM di Provaglio di Iseo, società specializzata in misurazioni dimensionali con certificazione Accredia, per capire quali fossero le reali dimensioni al momento dell’utilizzo da parte del cacciatore allevatore. Perché abbiamo voluto percorrere questa strada? Perché abbiamo deciso di investire risorse economiche in un esame metrologico approfondito degli anellini? Abbiamo deciso di farlo perché molti cacciatori nostri associati possessori di richiami vivi ci hanno contattato allarmati in questi mesi, sostenendo di avere anelli nuovi, intonsi, ancora da apporre ai richiami le cui misure non corrispondevano alle tabelle della Foi, la Federazione Ornitologica Italiana che, insieme all’AMOV, fornisce come previsto dal regolamento 16 della Regione Lombardia, gli anelli inamovibili da apporre ai pulcini dei richiami allevati, forniti per conto della Regione Lombardia stessa.
La Foi correttamente ha diffuso una lettera in cui la società produttrice degli anelli descriveva non solo il materiale in cui sono realizzati gli anelli, ma anche le tolleranze dimensionali degli anellini, sul diametro interno ed esterno e sulla lunghezza, ed infine consigliava quali strumenti usare in caso di verifica dimensionale degli stessi, sconsigliando per esempio l’utilizzo del calibro. Federcaccia è partita da questi dati, cioè dalle dichiarazioni del produttore, da chi fa gli anelli. Abbiamo quindi promosso una raccolta di anellini nuovi, mai utilizzati in tutta la provincia, quindi non da una singola area geografica, e abbiamo raccolto anellini degli ultimi 5 anni identici a quelli oggi apposti su decine di migliaia di richiami vivi. Ci siamo fermati alla cifra di 1.500 anelli perché ci sembrava un numero più che sufficiente come campione e ci siamo rivolti all’AQM, una società specializzata in questo tipo di misurazione.
Questo tipo di iniziative è doveroso, nel rispetto dei nostri associati, quando a essere messa in dubbio è la correttezza degli stessi: decine di nostri iscritti hanno avuto controlli per la verifica delle dimensioni degli anellini dei richiami vivi, sia durante la stagione venatoria che dopo. Federcaccia non mette in dubbio la liceità dei controlli da parte delle Forze dell’Ordine deputate a questo servizio anche se vedere un guardiacaccia impugnare un calibro fa un certo effetto; quello che non possiamo accettare sono le sanzioni comminate per uno scostamento di due decimi di millimetro sul diametro di un anellino. Chiunque manometta per qualsivoglia motivo un anello va perseguito legalmente e su questo non ci sono dubbi; ma sanzionare un capannista, un cacciatore proprietario di richiami vivi per uno scostamento dimensionale di una frazione di un millimetro ci sembra francamente una cosa sbagliata.
Abbiamo per questo motivo scelto di impegnarci in un lavoro di analisi approfondito ed il risultato è stato quantomeno singolare, per usare un eufemismo. Su 1505 anellini 1117 non sono risultati conformi, cioè sono fuori tolleranza, per una percentuale pari al 74%. Non ne facciamo una colpa al produttore o alla Foi che probabilmente mai si sarebbero immaginati di ritrovarsi in questa situazione, ma prendiamo atto di questo risultato e chiediamo a Regione Lombardia, che per la legge 157/92 deve fornire gli anelli inamovibili ai cacciatori, di trovare una soluzione. A Brescia probabilmente ci sono almeno 200.000 richiami vivi? Bene, con ogni probabilità 150.000 sono fuori tolleranza. Non crediamo che si debbano fare tanti commenti di fronte a questi numeri, parlano da soli: una soluzione va trovata.
E non pensiamo che sarà un favore ai cacciatori, come qualcuno ha scritto, se i funzionari della DG Agricoltura al Pirellone o il Consiglio Regionale cercheranno di trovare una soluzione che da un lato ottemperi a quanto previsto dalla legge nazionale 157/92 e dall’altro tuteli la fedina penale dei cacciatori che inconsapevolmente hanno messo un anello “non a norma” sul proprio richiamo vivo. Come al solito siamo fiduciosi nella buona volontà e nel buon senso delle istituzioni e dei funzionari regionali. Ma da oggi inizia un nuovo modo di operare di Federcaccia: non accettiamo più supinamente, non ci commiseriamo, non ci piangiamo addosso. Da oggi in modo deciso approfondiremo ogni problema, tecnicamente, avvalendoci dei migliori esperti, e reagiremo, con forza, ad ogni sopruso e ad ogni ingiustizia. Questa analisi approfondita della questione anellini ci ha fatto capire molte cose e ci ha fatto scoprire un nuovo modo di difendere i diritti dei cacciatori.