Non è abitudine di Federcaccia Brescia né cavalcare né rinfocolare polemiche. Crediamo però che qualche volta, grazie alle discussioni che inevitabilmente ne scaturiscono, sia opportuno rimarcare alcuni punti fermi del nostro pensiero. Le sezioni di Tignale e Tremosine di una associazione venatoria, che ovviamente non è Federcaccia, con una lettera pubblica inviata a vari rappresentanti istituzionali hanno voluto “esprimere sgomento e indignazione“ per i risultati di una votazione avvenuta durante l’assemblea annuale del Comprensorio Alpino C8, risultati che evidentemente non li hanno soddisfatti.
Ogni opinione, se correttamente espressa, è ovviamente legittima; la lettera però è stata anche l’occasione per scagliare accuse non veritiere, di contenuto infondato, nei confronti di una forma di caccia, nello specifico la caccia con i cani da seguita. Per gli estensori della lettera il “sistema “segugio alla bresciana”, così definito, è il principale artefice della prassi annuale di attività di bracconaggio a trecentosessanta gradi specialmente a danno del capriolo ma anche del cervo”. Questo concetto è poi stato argomentato nel resto del documento ma il ragionamento che vorremmo fare è un altro. Come può il mondo venatorio avere un futuro se ancora oggi persiste questo modo di ragionare?
Dove sono i dati delle contravvenzioni che paleserebbero questa emergenza? In che modo si risponde alla richiesta di una maggiore unità del mondo venatorio, richiesta avanzata sempre con insistenza proprio dai vertici dell’associazione venatoria a cui sono associati questi cacciatori di Tremosine e Tignale? Ma soprattutto, perché non si rispettano i risultati di votazioni legittimamente effettuate, nel pieno rispetto dei regolamenti? Non serve fare il pendolare da una associazione venatoria all’altra con l’intento di trovare ascolto alle proprie tesi, serve l’umiltà di provare a dialogare. La verità sta sempre nel mezzo e sicuramente ci sono tante cose da migliorare, sia nella gestione della caccia con i cani da seguita sia però anche nella caccia di selezione. L’etica venatoria va perseguita parlando e discutendo, non offendendo e cercando di cancellare chi non la pensa come te.
Sarebbe la fine definitiva della caccia questo comportamento irresponsabile. Voler insegnare sempre agli altri che la tua forma di caccia è la migliore, la più bella, la più etica e la più sostenibile e che tutte le altre vanno normate, modificate e alla peggio eliminate è un modo di pensare che non appartiene a Federcaccia. Noi difendiamo ogni forma di caccia, da quella che ha pochi estimatori a quella che ne ha di più. In tanti vogliono fare la morale a Federcaccia, in tanti ci vogliono spiegare cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo dire: peccato che noi facciamo e parliamo, tutti i giorni nei comitati di gestione di Atc e Comprensori Alpini, eletti dai soci cacciatori senza dover cercare altre sigle che ci eleggano. Smettiamola con queste beghe di paese, provenienti oltretutto da un Comprensorio che nell’ultima stagione venatoria ha visto prelevare dai selecontrollori 230 cinghiali e dalle squadre più di 500.
Perché i cacciatori delle squadre di cinghialai devono sempre essere criminalizzati? I loro cani disturbano? La loro coesione tra amici genera invidia? Possibile che debbano essere sempre il capro espiatorio di ogni cosa che non funziona? Non basta la persecuzione cui sono sottoposti da Ispra? La posizione di Federcaccia è nota a tutti ma cogliamo l’occasione di ripeterla: La caccia di selezione al cinghiale e la caccia in braccata al cinghiale devono convivere e devono trovare il modo di farlo nel miglior modo possibile. Così come deve essere condivisa la caccia di selezione agli altri ungulati. Noi non vogliamo sentir parlare di egoismi!
Basta, avete stufato con gli egoismi! Siamo già in pochi, ci manca solo che ci scanniamo tra di noi per questioni di interessi e la nostra fine non solo sarà certa, ma garantita! Il coraggio non è quello di scrivere una lettera offensiva ma è quello di trovare il tempo ed il luogo per incontrarsi e chiarirsi. Questo è un gesto di coraggio! Tutto il resto non ci appartiene. Federcaccia è l’unica associazione venatoria riconosciuta che ha contribuito alla realizzazione del monumento al Maestro Mario Quadri, fondatore della Prosegugio, che è stato inaugurato ieri a Bassano Bresciano per il semplice fatto che la caccia con il cane da seguita è per noi una caccia tradizionale. (Federcaccia Brescia – Cacciapensieri)