Con una decisione forte e coraggiosa la dirigente dell’Ufficio, la dottoressa Francesca Peppicelli, in accordo con i suoi superiori, ha contattato Federcaccia e l’Associazione dei cacciatori Lombardi, chiedendo se eravamo disponibili a dare una mano a riconsegnare a tutti coloro i quali non erano stato rinnovato il Porto d’Armi, il vecchio libretto. Ovviamente abbiamo dato tutti la piena disponibilità, mettendo da parte ogni senso di appartenenza associativa, ed in 205 buste chiuse abbiamo ridistribuito i libretti ai comuni, con i quali la Questura, tramite l’Associazione dei Comuni, aveva preso accordi. I dirigenti della Questura sono stati di parola: non abbiamo visto le file imbarazzanti e ingiuste per i cacciatori bresciani degli scorsi anni e nonostante tutte le difficoltà causate dall’epidemia gli Uffici hanno comunque rinnovato e spedito più di 2.000 Porti d’Arma prima del nostro arrivo.
Purtroppo questa situazione è figlia dell’impoverimento strutturale del personale dell’Ufficio Armi della Questura a fronte di un aumento dei passaggi burocratici da espletare. Se a Brescia ci sono 20.000 Porti d’Arma uso caccia ed un numero a noi sconosciuto di altrettanti titoli ad uso sportivo, va da se che, essendo la validità di 5 anni, ogni anno ci sono da rinnovare dai 4.000 ai 5.000 documenti. La Dirigente, arrivata nel suo nuovo incarico a Brescia lo scorso autunno, si è fatta una chiara idea della situazione e crediamo che si muoverà con determinazione per ottenere personale aggiuntivo, altrimenti ogni anno sarà emergenza.
Noi non possiamo che ringraziare i vertici della Questura per averci coinvolto nella risoluzione di questa situazione e abbiamo affrontato il nostro compito con spirito di servizio insieme ad ACL consegnando le buste in ogni comune. Il nostro dovere di dirigenti di Federcaccia, sancito dal nostro Statuto, è quello di mettere in condizione i nostri associati, i cacciatori tutti, di andare a caccia, senza se e senza ma (Fonte: Federcaccia).