Come sottolineato dalla Federcaccia provinciale di Bergamo, le associazioni venatorie devono impegnarsi per formare adeguatamente i cacciatori, offrendo occasioni approfondite e complete, non solo per il conseguimento delle varie abilitazioni. FIDC Bergamo ha anche ricordato come sia strategica la crescita del “bagaglio” di conoscenze di chi pratica l’attività da anni ma che magari è figlio di percorsi formativi agli albori. Leggi, regolamenti, gestione ambientale e faunistica, sicurezza, etica, trattamento della carne, profili sanitari, recupero dei cani feriti, balistica e quant’altro sono argomenti imprescindibili.
Molto interessante è questo passaggio della nota dell’associazione: “La caccia si dice essere tradizione, ma tradizione non significa arretratezza: la caccia moderna è tradizione, ma al contempo non può prescindere da una profonda preparazione tecnica e scientifica di chi si accosta ad essa“. Il Corso per la formazione dei Capisquadra per la Caccia Collettiva al cinghiale, il Corso per la formazione per censimento e prelievo selettivo che vede oggi partecipare 67 cacciatori bergamaschi, il corso in fase di organizzazione per la caccia collettiva al cinghiale (che conta già 50 pre-iscrizioni), tutti organizzati secondo le linee guida indicate da ISPRA e tenuti da personale altamente qualificato come richiesto da Regione Lombardia sono innanzitutto un momento di grande approfondimento scientifico e culturale per i cacciatori.
I percorsi formativi oggi attivi, e che si aggiungono al corso per la caccia in zona alpi, oltre al tradizionale corso per l’abilitazione venatoria, a breve saranno affiancati da ulteriori momenti di approfondimento per la conduzione dei cani da caccia e per ogni altra attività che sarà ritenuta utile o necessaria per la migliore formazione e crescita dei cacciatori.