La revoca dei capanni di caccia acquatici nel Lago di Iseo, a poca distanza dalla Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, ha spinto la Federazione Italiana della Caccia ad andare fino in fondo. Come specificato dalla sezione provinciale di Bergamo dell’associazione venatoria, la decisione dell’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia sta penalizzando i capannisti dopo che il problema si è protratto per diversi anni. La sospensione dell’attività era stata sancita anche nel 2014, con la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) favorevole alla caccia e nel rispetto della normativa europea.
L’ente parco ha poi rinnovato la stessa VINCA qualche mese fa, anche se una cosa del genere non è prevista dalla legge. In questo modo è stato imposto all’UTR di revocare le autorizzazioni per i capanni e i procedimenti di revoca sono cominciati lo scorso mese di novembre con la sospensione immediata della caccia. Prima dell’udienza di metà dicembre si è proceduto con le revoche nonostante fosse necessario attendere la pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale.
L’intera materia verrà ora decisa a maggio, il mese in cui giungerà a conclusione il ricorso al TAR, senza dimenticare la richiesta della Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) di chiudere anche i capanni terrestri. Federcaccia è pronta a difendersi nelle sedi opportune per contestare i metodi usati per arrivare a questo risultato. Federcaccia Brescia e Federcaccia Bergamo sono unite per venire a capo della situazione, tenendo conto delle palesi forzature procedurali e giuridiche che hanno caratterizzato le richieste della LAC.