Federcaccia Abruzzo rimane stupita dell’atteggiamento dell’assessore regionale alla caccia Mauro Febbo che ha dato solo risposte parziali alle esigenze e alle aspettative del mondo venatorio dopo la sospensiva del Tribunale Amministrativo Regionale sul ricorso presentato da associazioni ambientaliste.
La rivisitazione del Calendario venatorio, infatti, ha violato l’impianto della Legge 157/92 e della Legge Regionale 10/94. Queste leggi stabiliscono e impongono la gestione programmata del territorio e della fauna, delegandola agli Ambiti territoriali di caccia (agricoltori e cacciatori insieme), sotto il controllo delle Province e della stessa Regione.
La Regione Abruzzo doveva fornire chiarimenti più approfonditi, in suo possesso, alle sollecitazioni del Tar. Non facendo così ha fatto il gioco delle associazioni ambientaliste in contrasto con le leggi suddette.
“Federcaccia aveva fornito all’Ufficio Caccia della Regione Abruzzo, a supporto della validità del Calendario venatorio presentato, documenti utili, sentenze di Tribunali di altre regioni italiane, che avrebbero facilitato e supportato il lavoro degli uffici”, ha detto il Presidente regionale di Federcaccia Ermano Morelli.
“La Regione Abruzzo seguendo questa linea si è messa in contrasto con la normativa europea sui periodi di caccia, esplicitati nel documento ‘Ornis Key Concepts’ e della Guida interpretativa dalla Commissione Ambiente dell’Unione Europea. La Regione asseconda l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, forzando il calendario in senso anticaccia”.
Il Presidente Morelli ribadisce anche che “l’Ispra e la Regione Abruzzo tendono a utilizzare in maniera tendenziosa la variazione della Legge 157/94 per sostenere un progetto politico di restringimento della stagione di caccia agli uccelli migratori, senza nessun sostegno di dati scientifici ma solo su speculazioni e ideologie”.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato una risposta dopo il ricorso del Wwf che ha portato a una nuova ordinanza sul Calendario venatorio. E’ stata infatti disposta una istanza cautelare che non risponde alle esigenze del territorio, come già avvenne lo scorso anno. Da sottolineare, però, che il Tar ha indicato alla Regione Abruzzo di corredare meglio, con dati scientifici, il calendario venatorio…
Federcaccia Abruzzo sollecita l’assessore a informare meglio il suo ufficio Direzione Agricoltura in merito al fatto che “con i dati europei del documento Ornis e la “decade di sovrapposizione” si possono cacciare tutti gli uccelli acquatici fino al 31 gennaio, tutti i turdidi e la beccaccia fino al 20 gennaio, il colombaccio e i corvidi fino al 10 febbraio”.
“Ancora una volta – ha concluso Ermano Morelli – la Regione Abruzzo deve ricominciare a comprendere la propria attività istituzionale in materia di caccia. Si deve perseguire l’obiettivo di coordinare il proprio intervento evitando di cadere in uno stato di illegalità nei confronti di una categoria che paga le tasse e svolge attività nel rispetto di leggi e norme esistenti”.
Fonte: Federcaccia