La puntata di questa mattina della trasmissione “Melog – Cronache meridiane” di Radio 24 ha avuto come ospite il presidente di Federcaccia Gian Luca Dall’Olio, intervenuto per parlare dell’emergenza cinghiali nel nostro paese. In particolare, il tema è stato quello del problema degli ungulati in Italia, della soluzione che è stata prospettata dalla legge obiettivo della Toscana e le ultime reazioni dell’opinione pubblica. In effetti, si sta parlando parecchio del gruppo di artisti e intellettuali che sta chiedendo a gran voce delle soluzioni alternative all’abbattimento dei cinghiali.
Come spiegato da Dall’Olio, questo abbattimento non deve mai avvenire in maniera indiscriminata, ma sempre in modo mirato e nei casi in cui dovesse diventare necessario, sia nei terreni liberi che nelle aree protette. L’ipotesi delle aree protette, inoltre, deve far parlare di controllo e non di caccia, anche perché le modalità di svolgimento vengono decise in base alla situazione, con i soli cacciatori formati e preparati che possono essere coinvolti. Secondo il numero uno di Federcaccia è questo l’unico modo per risolvere il problema del disequilibrio che si presenta dal punto di vista numerico e dei dannai arrecati al settore agricolo.
Per Dall’Olio, inoltre, se non ci fossero i cacciatori e la caccia l’emergenza diventerebbe ancora più grave. Nel corso della trasmissione è intervenuto anche Massimo Vitturi, rappresentante della Lav (Lega Anti Vivisezione), secondo cui la soluzione migliore sarebbe quella di usare le recinzioni elettriche per confinare orti e campi agricoli: un ascoltatore ha fatto presente di essere sostenitore dell’associazione animalista, ma di ritenere inutili proprio queste recinzioni, preferendo, da agricoltore, l’abbattimento dei capi in sovrannumero.
Andrea Monaco, specialista nella gestione delle problematiche e negli interventi di ripristino della biodiversità della Regione Lazio, ha invece bocciato le idee suggerite dal movimento che sostiene i cinghiali, come ad esempio i mangimi anticoncezionali e i predatori naturali (in Italia si tratterebbe esclusivamente del lupo). Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, ha spiegato quali sono i fini della legge obiettivo citata in precedenza.
La proposta non serve a sterminare la popolazione di ungulati nel territorio, ma ad affrontare un problema che non si può più negare e la risposta più immediata è rappresentata attualmente dai cacciatori e dalle operazioni di controllo. L’appello al governatore della Toscana, Enrico Rossi, per fermare la legge (250 mila cinghiali, daini e caprioli da abbattere nel giro di tre anni), è stato firmato a nomi importanti della cultura tra cui Franco Battiato, Dacia Maraini, Giorgio Panariello e David Riondino.