Appuntamento a San Floriano del Collio
La sera del 14 ottobre, FIdC Gorizia in collaborazione con URCS (Unione Reg.le Cacciatori di Selezione FVG) ha organizzato nello splendido ambiente dell’Agriturismo Stekar Sonja – Loc. Giasbana a San Floriano del Collio (GO), che ha coadiuvato la serata con un servizio impeccabile e ha fornito ai commensali il proprio vino (ottimo), un “Corso” su come valorizzare le carni di selvaggina, parte finale di Corsi precedenti tesi a trattare e conoscere la selvaggina dalla sua individuazione sul campo, all’abbattimento, alla pulitura e alla frollatura delle carni in maniera corretta.
Una delizia per il palato
Passo logico era dunque questa serata, che si è trasformata in una cena di altissima qualità e con piatti prelibatissimi, preparatici dall’amico cacciatore nonché quotato Chef della nostra Regione Daniele Cortiula, che ci ha deliziato il palato esordendo con un brodo in bicchiere di collo di capriolo, che ci ha fatto immediatamente capire quale sarebbe stato il tono della serata. La selvaggina trattata era capriolo femmina e cinghiale maschio, abbattuti e volentieri ceduti in amicizia dall’amico cacciatore Valentincic Francesco della Riserva di Caccia di San Mauro Salcano, e cervo procurato dal nostro Chef. Dopo l’esordio liquido, siamo stati deliziati da salsiccette di cervo alla piastra su crema di patate, da roastbeef di cinghiale con salsa di soia e wasabi, e insalatina di collo di capriolo con cipolla caramellata; per allietarci ancor più lo spirito e non solo, si è proseguito con maltagliati di farina integrale al ragù di cervo seguiti da una zuppa di cinghiale con paprika dolce e crostini che hanno fatto esplodere un ulteriore applauso all’indirizzo del nostro amico Chef.
Partecipanti di ogni età
Dopo una pausa di riflessione, con le dovute spiegazioni delle preparazioni dei piatti e della corretta manipolazione e frollatura delle carni, la cena è terminata con un cinghiale cotto 8 ore a 75 gradi sottovuoto, rosolato e servito con polenta e crema di sedano rapa. Uno spettacolo per gli occhi e per il palato. A seguire un ottimo dolce. È stato molto interessante e ha fatto comprendere ai partecipanti, tra i quali un bambino di 8 anni che ha apprezzato tutti i piatti con moltissimo gusto, quale sia l’importanza delle carni di selvaggina e quali risultati si possano ottenere da una corretta gestione della stessa, partendo dall’abbattimento fino alla degustazione. Il tutto in attesa di un ulteriore “corso” per far capire ancora più profondamente la qualità di dette carni (fonte: Federcaccia).