Si è svolta a Roma la 42a Assemblea Nazionale Straordinaria di Federcaccia: gli investimenti per la ricerca, la tradizione venatoria e la riqualificazione del cacciatore.
Una realtà il risanamento del bilancio ottenuto senza rinunciare a investimenti per la ricerca e il sostegno delle cacce tradizionali. Ritrovato slancio attorno alla riqualificazione dell’immagine del cittadino cacciatore, responsabile e al passo con i tempi.
Sobria, perché considerato un traguardo doveroso, ma certamente innegabile la soddisfazione del Consiglio di Presidenza nel presentare come una realtà raggiunta il risanamento del bilancio nazionale della Federazione Italiana della Caccia. Un risultato al quale i dirigenti riuniti per la 42a Assemblea nazionale hanno contribuito e quindi ancor più apprezzato e condiviso. Scontata dunque l’approvazione unanime per il bilancio consuntivo 2011, che ha fatto seguito a quella da parte del consiglio nazionale avvenuta il giorno precedente.
Un obbiettivo che risalta non solo perché ottenuto in tempi assai brevi, ma soprattutto perché gli interventi di spending review, per usare un termine in voga in questi giorni, non sono andati a incidere su settori considerati fondamentali, come quello ad esempio della ricerca. Progetti sviluppati attorno al tordo, all’allodola e alla beccaccia o al database unificato nazionale, per citarne alcuni, hanno ricevuto stimolo e sostegno dalla Federazione, che come più volte dichiarato e dimostrato con i fatti, ritiene la ricerca e la raccolta dei dati la strada vincente verso una caccia rispettosa e sostenibile, fondata sulla conoscenza delle dinamiche faunistico ambientali e quindi capace di fare proposte concrete su tempi, modi e prelievi.
Seguita e apprezzata in maniera particolare la relazione del presidente nazionale Dall’Olio, che in vari passaggi ha sottolineato come quanto fatto e quanto si farà in seguito per consolidarlo, sia l’effetto del nuovo corso intrapreso da tutta la Federazione, che abbracciando i principi del progetto Federcaccia di domani ha mostrato coesione e rinnovato entusiasmo per dare alla FIdC e ai suoi associati un nuovo volto e una nuova sostanza. Maggiore preparazione tecnica, maggiore consapevolezza del proprio ruolo, maggiore forza propositiva attorno a temi e a progetti concreti volti al recupero di fauna e ambiente, per fare sì che parlare di caccia non sia più solo parlare di calendari, ma diventi gestione a 360 gradi, rifuggendo soluzioni “facili”, ma prive di respiro.
Un accresciuto impegno per il recupero di un’etica venatoria fatta di rispetto del selvatico e delle regole, isolando chi deroga da queste e dai principi del vivere civile; di partecipazione; di più alto livello di conoscenza di tutti gli aspetti dell’essere cittadino cacciatore gestore, per un confronto paritetico con chi dibatte con noi e un diverso modo di porsi nella società.
“Da parte di Federcaccia – ha sottolineato con forza Dall’Olio – non ci sono e non ci saranno spazi per proposte e progetti demagogici, ma solo per programmi basati su principi seri, che non vuol dire rinunciatari né castranti, perché può e deve coesistere soddisfazione venatoria e sostenibilità; etica del prelievo e rispetto per la biodiversità”.
Apprezzati gli interventi del dottor Michele Sorrenti, responsabile scientifico dell’Ufficio Avifauna Migratoria e di Alessandro Tedeschi, che hanno fatto il punto delle ricerche intraprese. Da sottolineare che è sulla base di un approccio scientifico che per la prima volta quest’anno sotto l’egida di Face Italia è stato presentato alle Istituzioni un modello di calendario condiviso da 4 associazioni venatorie.
“Questa la strada sulla quale proseguire – ha detto a proposito della ricerca il vicepresidente Lorenzo Carnacina – e lo possiamo fare con la collaborazione di tutti i cacciatori, che ci hanno già dimostrato di vedere in questo gruppo tecnico scientifico, efficiente e affiatato, un sicuro punto di riferimento”.
Stessi principi e analoga soddisfazione hanno espresso i vicepresidenti D’Angelo e Buconi. Il primo ha ricordato quanto la caccia rappresenti in termini di risorse per il territorio e di come sia importante che la politica se ne renda conto e instauri con i cacciatori un rapporto diverso, basato non sul numero di voti che questi possono portare, ma sul ruolo positivo e i benefici che questi possono generare sotto tutti gli aspetti per la società.
Il vicepresidente Buconi infine, rivolgendosi ai dirigenti, li ha invitati a continuare sulla strada dello sviluppo delle politiche proprie della Federazione, consolidando e dove è necessario ritrovando, quel colloquio essenziale con i cacciatori per meglio identificarne bisogni, ma anche potenzialità da far sviluppare per un ricambio e una crescita dell’associazione proiettata nel futuro.
Federcaccia