Lupi, orsi, cervi, cinghiali, nutrie, corvi e cornacchie: è davvero lungo l’elenco di cui ha parlato Martino Cerantola, numero uno di Coldiretti Veneto, per lanciare l’allarme sui danni arrecati al settore agricolo locale dalla fauna selvatica. Secondo il presidente della sezione regionale dell’associazione, infatti, non si può più negare che sia saltato l’equilibrio tra l’agricoltura e la presenza di tutti questi animali, ritenuti delle “presenze devastanti nelle nostre campagne”. Il conto che bisognerà pagare, inoltre, è molto salato, addirittura superiore ai due milioni di euro (si tratta di allevamenti, colture e vigneti danneggiati per la precisione).
In base a quanto comunicato da Coldiretti Veneto, poi, la Terza Commissione Consiliare ha ricevuto tre progetti di legge, uno dei quali è della Giunta Regionale, per risolvere il problema una volta per tutte. L’obiettivo è quello di rendere più razionale ed efficace la strategia regionale di supporto alle aziende agricole, alle prese con dinamiche faunistiche che si trasformano in problemi di rilievo a carico della produzione e dell’ambiente, senza dimenticare la sicurezza personale.
Cerantola ha auspicato un provvedimento elastico, più specificamente delle misure straordinarie di controllo degli animali. In particolare, la proliferazione degli ungulati (in primis nei parchi) è stata presa come esempio perfetto per dimostrare quanto siano state inefficaci le strategie attuali di contenimento. Ulteriori ritardi potrebbero aggravare il conto economico ricordato in precedenza.