I falconieri tornano in Maremma Nasce all’interno dell’associazione Progetto Migratoria un gruppo di maestri di un’arte tutelata dall’Unesco
GROSSETO. Si è costituito in seno all’associazione di volontariato Progetto Migratoria, il Gruppo Falconieri di Maremma (Gfm). Responsabile è stato nominato Gianluca Barone già appartenente ai Falconieri del Re. Due gli scopi principali del Gfm: realizzare strutture per la gestione, il recupero e la riabilitazione di uccelli rapaci; promuovere, tutelare e valorizzare l’arte della falconeria, riconosciuta dall’Unesco metodo di caccia tradizionale e patrimonio culturale dell’umanità.
Come prima azione concreta, alcuni volontari di Progetto Migratoria hanno già avviato un corso formativo di specializzazione in falconeria, approvato e finanziato dalla Provincia di Grosseto.
Il progetto intende realizzare sul territorio provinciale un percorso formativo per lo sviluppo di competenze specialistiche relative alla gestione/recupero di uccelli rapaci e all’arte della falconeria, così da formare personale specializzato nell’identificazione delle diverse necessità d’intervento e in grado di maneggiare rapaci selvatici, verificarne lo stato di salute e creare un piano di recupero sia a livello fisico che psicologico.
La base operativa del centro sorgerà a Cupi di Magliano in Toscana, dove sono già attivi il Museo vivente della Macchia Mediterranea e l’Osservatorio Ornitologico dell’Argentiera. L’obiettivo è realizzare locali di ricovero per i rapaci e voliere di ambientamento all’aperto, centro visite e un locale per recupero e riabilitazione mustelidi che verrà messo a disposizione dell’Ufficio conservazione della natura della Provincia.
Tra i sistemi di riabilitazione, il Gfm utilizzerà la tecnica dell’Hacking usata e conosciuta dai falconieri da centinaia di anni. Nella falconeria classica l’“hack” era la tavoletta su cui il falconiere forniva il cibo ai suoi falchi. Poi la procedura fu modificata usando delle “hack boxes”, grandi scatole di legno dove i giovani falchi venivano collocati per dare loro modo di fare la necessaria esperienza di volo e di caccia in piena libertà. Tale tecnica unita all’addestramento classico del falconiere consentirà ai rapaci curati di essere reintrodotti in natura in perfetta forma e in grado di cacciare.
Ma molti altri sono gli impegni che attendono Progetto Migratoria nell’immediato futuro.
In febbraio partirà il progetto di monitoraggio della beccaccia svernante all’interno delle Oasi e delle Zone di protezione della migratoria (Zpm). Con l’assegnazione da parte della Provincia dell’Oasi di Monte Leoni alla Federcaccia di Grosseto e della Zpm Ampio Serra degli Impiccati a Progetto Migratoria, i volontari inizieranno attività che consentiranno di valutare l’importanza delle singole aree protette in relazione alla conservazione della specie. La ricerca condotta e diretta da Fabrizio Fabiano nell’ambito di Progetto Migratoria consentirà di valutare le condizioni ambientali delle oasi in relazione alla presenza dei selvatici che nella circostanza verranno considerati “bioindicatori” in un periodo – febbraio/ marzo – in cui la caccia nel nostro Paese è chiusa.
Nel corso del 2011 Progetto Migratoria continuerà la collaborazione con la Asl 9 nelle operazioni di bird-control (allontanamento piccioni) all’ospedale misericordia dove la situazione dei problemi causati dai piccioni è notevolmente migliorata rispetto al passato. Le attività di bird-control saranno condotte anche per altri enti pubblici che hanno fatto richiesta.
A febbraio, infine, sarà disponibile il terzo lunario delle migrazioni degli uccelli. Si può richiedere consultando il sito www.progettomigratoria.com; su facebook; oppure rivolgendosi alla sede di viale Europa 4, a Grosseto.
fonte: IL TIRRENO