Da una dichiarazione del Presidente FACE. Nello scorso mese di maggio, molti politici nazionali ed europei hanno espresso serie preoccupazioni sulla gestione da parte della Commissione europea (DG Ambiente) del processo di divieto di utilizzo di pallini di piombo nelle zone umide, restrizione ai sensi del regolamento REACH sull’utilizzo delle sostanze chimiche. È stato affermato che l’Unità per la Protezione della Natura all’interno della DG Ambiente ha violato le regole incoraggiando i rappresentanti nazionali riuniti nel gruppo di esperti NADEG ad impegnarsi attivamente per garantire un voto positivo su una proposta legale (munizioni al piombo nelle zone umide) che era di competenza esclusiva di un altro comitato secondo quanto previsto ai sensi del regolamento REACH.
Si è trattato di una grave denuncia di cattiva amministrazione che ha colpito milioni di cittadini all’interno l’Unione Europea. Ancora più importante, una denuncia che ha riguardato un’unione di Stati membri e istituzioni che si fondano su solidi principi di democrazia, trasparenza e norme di legge. In quei giorni ho incontrato Virginijus Sinkevi?ius, il Commissario per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca e ho sollevato le preoccupazioni della Comunità dei cittadini cacciatori europei. Anche molti membri del Parlamento Europeo hanno espresso preoccupazione, ma la Commissione ha negato qualsiasi comportamento scorretto. Tuttavia, a seguito di un reclamo al Mediatore Europeo, il risultato, appena pubblicato, è chiaro:
“… il Mediatore ritiene che la richiesta della Commissione sia andata al di là di ciò che è opportuno promuovere per il suo legittimo interesse quando ha chiesto esplicitamente ai membri NADEG di contattare le proprie autorità nazionali per chiedere un voto positivo su il progetto di regolamento della Commissione. Secondo le regole che disciplinano i gruppi di esperti, il ruolo di questi gruppi è quello di fornire consulenza e competenza alla Commissione. Il loro ruolo non può ufficialmente estendersi ad influenzare un voto nell’ambito dell’attività di un comitato“.
Il Mediatore ha inoltre stabilito che “un gruppo di esperti non è la sede appropriata per presentare una richiesta come quella che la Commissione ha fatto ai membri NADEG – aggiungendo che – la richiesta della Commissione ai membri NADEG non era appropriata in questo caso “.
In qualità di Presidente di FACE, la mia opinione al riguardo è chiara: la democrazia dell’UE ha fallito per milioni di cittadini europei. La Commissione ha agito in violazione delle norme procedurali e della prassi corretta su un argomento che interesserà milioni di cittadini. I membri del Parlamento europeo hanno reagito, ma devono essere molto più forti in futuro quando vengono avanzate denunce così gravi di cattiva amministrazione. L’Europa ha ricevuto una risposta chiara a queste affermazioni. Confido che si trarranno lezioni fondamentali e che vi saranno conseguenze rilevanti a seguito di questo significativo verdetto del Mediatore. FACE lavora a stretto contatto con l’Unità per la protezione della natura, che è responsabile dell’attuazione delle direttive sulla natura dell’UE.