Caccia agli uccelli migratori
Un argomento importante che sta avendo risonanza nei media sulla caccia europei è la questione delle raccomandazioni dell’UE per vietare o limitare la caccia agli uccelli migratori. Non si tratta di una questione nuova a livello europeo o nazionale, ma la metodologia per valutare la sostenibilità della caccia è diventata più complessa negli ultimi anni. In passato, il declino di una specie era sufficiente a mettere in discussione la possibilità di continuare a praticare la caccia. Ora è invece stata utilizzata una valutazione combinata della biologia delle specie per identificare i fattori più importanti della dinamica delle popolazioni e una valutazione rapida della sostenibilità dei carnieri e per individuare un potenziale eccesso di prelievo. In questo modo si è ottenuta una rapida valutazione della sostenibilità della caccia, che ora richiede un follow-up da parte di esperti per verificare i risultati. Questo processo è importante per capire quali azioni sono necessarie ai sensi della legislazione europea. La nuova metodologia ha dimostrato che la caccia non rappresenta un problema per la maggior parte delle specie (circa il 70%), in gran parte perché la caccia è già limitata, rendendo il suo impatto sostenibile a livello di flyway. Per quanto riguarda le specie segnalate in rosso (con un potenziale eccesso di prelievo), la maggior parte sono anatidi, ma un’ulteriore analisi ha mostrato che la maggior parte di esse ha tendenze delle popolazioni svernanti in aumento o stabili.
Svernamento in aumento
Questo approccio scientifico a livello di popolazione per valutare la sostenibilità della caccia agli uccelli indica che solo un paio di specie sono preoccupanti. In particolare, se escludiamo quelle con tendenza di svernamento in aumento, solo il moriglione in una parte del suo areale (la popolazione dell’Europa nord-orientale/nord-occidentale) sta vivendo un moderato declino a livello di flyway. Questa specie è già soggetta a restrizioni legali nell’ambito dell’AEWA ed è una specie candidata a un piano d’azione internazionale. Una nota positiva è quindi che la Convenzione di Berna e la Direttiva Uccelli hanno funzionato bene per regolamentare la caccia all’avifauna in Europa. Negli ultimi decenni la caccia è infatti stata notevolmente disciplinata in tutta Europa. Le stesse leggi europee, tuttavia, non sono efficaci per la conservazione degli habitat di molti uccelli nidificanti in Europa. Mentre la maggior parte delle specie di anatre segnalate ha uno status di svernamento sicuro nell’UE, con tendenze in aumento, esse hanno tuttavia uno status di riproduzione non sicuro nell’UE a causa delle cattive condizioni degli habitat riproduttivi nell’UE.
Il punto di vista venatorio
È anche importante aggiungere che l’UE si trova ai margini dell’areale di nidificazione di molte specie, con solo una parte (spesso una piccola parte) della loro popolazione riproduttiva presente nell’UE. Dal punto di vista venatorio, la maggior parte delle anatre cacciate sono quelle che si riproducono in Russia e che migrano qui durante l’inverno. È importante notare che l’interruzione della caccia non risolverà le minacce e le pressioni che riguardano questi uccelli che si riproducono nell’UE. Le azioni necessarie sono principalmente il ripristino e la corretta gestione delle zone umide insieme alla protezione dei nidi. Se ben pianificate, alcune politiche europee chiave possono fare la differenza nei prossimi anni. Prendiamo ad esempio il fischione eurasiatico, una specie con una tendenza allo svernamento in aumento nell’UE e stabile a livello di flyway. La popolazione si riproduce principalmente in Russia (vedi mappa sottostante), dove è considerata in aumento, e rappresenta la fonte principale di fischioni che svernano nell’UE. La popolazione di fischioni che sverna nell’UE si trova attualmente a un livello pari a circa il 300% dei livelli degli anni ’80. Ciò non toglie che siano necessarie serie azioni di ripristino degli habitat per sostenere popolazioni riproduttive sane a livello europeo. Ad esempio, in Finlandia, che detiene la maggior parte della popolazione riproduttiva di fischione dell’UE, sono in corso alcuni progetti interessanti. Molti di questi progetti sono sostenuti dai cacciatori, come il programma “SOTKA”, perché la caccia è un incentivo fondamentale per migliorare gli habitat. A questo programma partecipano finanziariamente anche le associazioni di altri paesi come Federcaccia e l’associazione dei cacciatori irlandesi.
Restrizioni e moratorie
La risposta della Commissione europea è stata quella di chiedere restrizioni e moratorie sulla caccia per alcune di queste specie. Alcune di queste raccomandazioni per le anatre migratrici sono incomprensibili per i cacciatori perché irragionevoli. Ciò sta suscitando un intenso dibattito nei media venatori di tutta Europa. Il processo decisionale a livello di flyway, basato su dati scientifici, guiderà i responsabili delle decisioni in futuro. La FACE continuerà a partecipare attivamente a questo processo. Federcaccia partecipa con FACE alle riunioni a livello europeo e insieme alla Cabina di Regia delle AAVV mantiene un dialogo attivo con le istituzioni governative italiane. Ringraziamo per questo il Governo italiano per avere considerato i nostri suggerimenti nell’ambito del dibattito con la Commissione, che deve tuttavia continuare nel senso di una gestione sostenibile del prelievo, ma non di accettare richieste non fondate scientificamente (fonte: FIDC).