Presso la Zona Addestramento Cani di Poggio Capponi a Montespertoli, si sono svolte le verifiche finali dello studio pilota promosso da ENCI relativo all’utilizzo di unità cinofile addestrate al rilevamento delle carcasse di cinghiale come strumento di prevenzione e controllo della peste suina africana, al quale hanno partecipato tre addestratori ENCI con i rispettivi soggetti di proprietà: due springer spaniel ed un annoveriano.
Lo scopo del progetto, patrocinato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale), LEGAMBIENTE, SIEF (Società Italiana di Ecopatologia della Fauna) e Università Federico II di Napoli, Dip. di Medicina Veterinaria, riguardava la creazione di binomi conduttore-cane idonei al rilevamento delle carcasse di cinghiale, da utilizzarsi in operazioni di monitoraggio nell’ambito dei progetti di prevenzione e controllo della Peste suina Africana. Durante tutta la giornata le unità cinofile sono state sottoposte ad una serie di verifiche sul campo miranti a testare le capacità di trovare e segnalare l’odore target in un ambiente realistico con distrazioni comuni.
Gli esiti del test, al quale hanno partecipato come osservatori il dott. Gian Mario de Mia ed il dott. Francesco Feliziani del Centro di referenza nazionale per la PSA che ha sede presso IZS di Perugia, la consigliera ENCI Angela Francini ed il presidente del Consiglio Cinofilo Regionale Toscano Riccardo Soderi, hanno confermato come i cani specializzati possano essere uno strumento efficace nelle operazioni di sorveglianza passiva della PSA. Con questo studio pilota ENCI conferma il contributo tecnico fornito negli ultimi anni, attraverso studi e ricerche, alle attività di monitoraggio, gestione e conservazione della fauna selvatica. (Il Presidente ENCI Dino Muto)