Il Presidente Regionale e Nazionale Arci Caccia Christian Maffei commenta i due ricorsi presentati dalla LAC, evidenziandone contraddizioni e comportamento demagogico. Questo è il testo completo: “Leggo del comunicato della Lac in merito al Piano di controllo del daino in Regione Emilia Romagna, e credo urgano alcune precisazioni. Premesso che vorrei avere anche io le certezze che ha Lac in merito alle preferenze elettorali dei cacciatori emiliano romagnoli, tra i quali, vi informiamo, vige il più assoluto pluralismo di idee politiche. Sottolineo che trattandosi di un piano di controllo non si può parlare in nessun modo di favore ai cacciatori, di cui solo una minima parte, debitamente formata, sarà coinvolta.
Merita invece ricordare che questo tipo di attività, che ripeto, per la Legge nulla ha a che fare con la caccia è sottoposta al parere vincolante di ISPRA; istituzione pubblica che per sua natura è al servizio di tutti e amica di nessuno, tanto meno dei cacciatori. E’ sicuro che quindi i numeri degli abbattimenti, i luoghi, i rapporti tra le classi di età e le modalità di svolgimento del piano sono state valutate con rigore scientifico e in conformità alle norme di ogni ordine e grado. Pur capendo invece le ragioni etiche che muovono le Associazioni come la Lac, evidenzio però che pur nella protesta anche forte, coerenza e onestà intellettuale non dovrebbero mai venire meno.
Infatti il 6 settembre si discuterà presso il TAR il ricorso di Lac avverso il calendario venatorio dell’Emilia Romagna, storicamente il più equilibrato e rigoroso d’Italia, che è fondato sui lievi discostamenti tra il testo licenziato dalla Regione e il parere di ISPRA, che in materia di calendario venatorio è obbligatorio ma non vincolante, quindi le posizioni dell’Istituto sono vangelo tanto da adire alle vie legali solo quando dice cose gradite, salvo sparare a palle catenate contro le Istituzioni e paventare inesistenti favori elettorali in caso di disaccordo. Forse se la Regione ha dovuto programmare questo intervento il favore lo fa agli agricoltori, agli automobilisti, ai gestori delle aree protette e anche a tutte quelle specie, altre, che vengono espulse e messe in difficoltà dalla sovrappopolazione dei daini non certo per i cacciatori”.