Nel 2020 in Basilicata – “nelle aree vocate e non vocate, ad eccezione dei parchi nazionali e regionali e delle riserve naturali” – potranno essere abbattuti “fino a un totale di 5600 cinghiali“. Lo prevede il piano di prelievo selettivo approvato dalla giunta regionale, secondo quale occorre “convertire il problema cinghiale in opportunità del territorio“. In una dichiarazione diffusa dall’ufficio stampa della giunta regionale, l’assessore alle politiche agricole, Francesco Fanelli, ha detto che “solo sul nostro territorio dal 2009 sono stati oltre duemila gli incidenti stradali provocati dai cinghiali.
Solo di indennizzi dal 2014 al 2018 la Regione Basilicata ha pagato oltre 800 mila euro. Senza parlare, poi, dei danni subiti dagli agricoltori. Dall’analisi dei dati risulta che le colture maggiormente danneggiate sono i cereali, vigneti, foraggio, leguminose e ortaggi.
Le aree in cui i danni si sono verificati con più frequenza e in quantità maggiore, sono quelle in prossimità dei Parchi: Parco regionale di Gallipoli Cognato, Parco della Murgia Materana, Parco nazionale del Pollino e Parco nazionale dell’Appennino Lucano e Lagonegrese, nei quali è vietata la caccia”.