Durante il lockdown dello scorso anno le passeggiate delle famigliole dei cinghiali in una piazza d’Italia deserta e spettrale riempirono le bacheche di Facebook e le chat di Whatsapp di tutti i sassaresi. Immagini surreali, che nessuno avrebbe mai pensato di vedere. Il problema è che quella famigliola ha fatto proseliti e, a distanza di un anno, le passeggiate in città sono diventate un’abitudine per tanti altri gruppetti anche adesso che le vie sono popolate e trafficate.
Qualche giorno fa alcuni cinghiali sono stati avvistati e fotografati a Luna e Sole nel parco di via Zanetti, e altri addirittura nella parte opposta della città nella rotatoria del mercato civico immortalati da un video girato di notte a pochi metri di distanza e con le auto che passavano intorno. Una situazione che questa volta non ha nulla di pittoresco e ha già fatto drizzare le antenne agli organi competenti, preoccupati che il traffico di cinghiali possa aumentare e anche creare situazioni di pericolo: «È una situazione che dobbiamo monitorare e gestire con un coordinamento istituzionale e relativa cabina di regia – spiega l’ingegner Antonio Zara, dirigente del settore Pianificazione e programmazione Ambiente e fauna della Provincia –.
Chiederemo un incontro coi rappresentanti del Comune e il comandante del Corpo di vigilanza della Forestale Muntoni, possibilmente coordinato dalla prefetta Maria Luisa D’Alessandro. Si tratta di un problema che deve essere affrontato subito, perché le segnalazioni che abbiamo ricevuto nei giorni scorsi dimostrano come questi animali non abbiano paura di avventurarsi nel centro abitato. E se non li fermiamo subito, diventeranno sempre più numerosi». Sui motivi che hanno portato a questa situazione il dirigente della Provincia ha le idee chiare: «La pandemia dello scorso anno ha ridotto le giornate di caccia – spiega – e la popolazione è notevolmente aumentata. In più le “passeggiate” dell’anno scorso hanno fatto prendere confidenza con la città e adesso questi animali hanno sempre meno paura ad avventurarsi nel centro abitato.
E purtroppo devo anche dire che ci sono persone che danno loro da mangiare alle porte di Sassari e questo non è un bene». «La soluzione migliore in questi casi è quella di impedire loro l’ingresso – dice Antonio Zara – e per farlo bisogna capire da dove arrivano, anche noi un’idea stiamo cominciando a farcela. Sono tanti e bisogna agire subito altrimenti potrebbero crearsi situazioni di grosso pericolo per la popolazione. La linee guida del ministero prevedono l’abbattimento solo come ultima soluzione e anche io sono del parere di usare soluzioni incruente. Con le fototrappole possiamo già capire da dove arrivano, poi si può pensare, per esempio, di sistemare delle barriere elettriche che non procurano danni agli animali ma servono da dissuasori. Oppure si può anche arrivare a fare catture selettive. L’importante è coordinarsi tutti insieme e farlo il prima possibile, perché si tratta di animali che se entrano in un territorio diventano difficilissimo da mandare» (La Nuova Sardegna).