In provincia di Firenze, situazione sempre più preoccupante e il grido di allarme degli agricoltori deve essere ascoltato dalle istituzioni. «Il problema degli ungulati e animali selvatici – sottolinea il presidente di Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini – non è certo una novità, ma negli ultimi anni oltre all’emergenza cinghiali, dobbiamo fare sempre più i conti con il proliferare dei caprioli, che sono meno cacciati e quindi fuori controllo. I nostri agricoltori ed allevatori sono esasperati, così non è possibile andare avanti». E così nella zona di Certaldo, Franco Marzi, titolare dell’azienda agricola I Fossati – allevamento di di razza Chianina, e produzione di vino e olio – racconta che la situazione è insostenibile a causa del numero sempre crescente dei caprioli: «Mentre per i cinghiali c’è un ottimo mercato nella ristorazione locale e toscana, con prezzi che si aggirano sui 3,5 euro al kg – spiega Marzi -, per la carne di capriolo non c’è mercato, non interessa, e così i cacciatori non sparano ai caprioli che possono aumentare di numero indisturbati».
Marzi coltiva grani antichi (varietà andriolo) in circa 4 ettari di terreno: «Passano a branchi molto numerosi, anche di 30 capi a volta – dice -, e così la produzione viene completamente calpestata, gli animali ci scorrazzano, ci si rotolano sopra e non resta niente; e quel che resta viene terminato dai cinghiali». Inoltre danni all’uva: «I chicchi d’uva servono per dissetare gli ungulati in questi periodo di siccità e così anche gran parte della produzione per il vino viene distrutta».
Il problema principale, secondo l’agricoltore di Certaldo, resta in questo caso la mancanza di mercato per i caprioli: «E’ urgente aprire un tavolo con la Regione Toscana – conclude Franco Marzi – se si vuole davvero risolvere il problema di tanti agricoltori, che, come me, sono costretti a subire danni ingenti, e a vedere il proprio lavoro andare distrutto. Bisogna agire senza perdere tempo».