D: Pietro Fiocchi, imprenditore di primo piano nel settore delle munizioni e della caccia in generale, cacciatore, tiratore…cosa l’ha spinta ad imbarcarsi in una sfida elettorale che, in questo momento storico, in cui tutto ciò che ruota intorno al settore delle armi e venatorio in particolare è considerato, per usare un eufemismo, piuttosto “impopolare”?
R: Ho deciso di scendere in campo perché ho ritenuto fosse giunto il tempo di rompere gli indugi per difendere una passione, la caccia, una passione tramandata da cinque generazioni nella mia famiglia e una categoria di cittadini onesti che vogliono continuare a praticare la propria passione nel rispetto delle leggi che la regolano. La caccia attraversa un momento difficile e critico,sotto attacco dalla lobby animal ambientalista a tutti i livelli ed una macchina del fango alimentata dai media, senza un minimo di contraddittorio. Non potevo assistere passivamente al “genocidio venatorio” in atto. Il mio è anche un gesto di riconoscenza verso il mondo venatorio e del tiro che nel tempo ha scelto Fiocchi per il proprio munizionamento, per cui mi è parso doveroso ricambiare la loro fiducia, aderendo all’opportunità che Giorgia Meloni mi ha dato di candidarmi alle Europee nella Lista di FdI nella quale sono come indipendente nel Collegio Nord Ovest che comprende: Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta.
D: Si presenta come candidato indipendente nelle file di FdI. Qualche giorno fa, un esponente di primo piano del suo partito ha avuto un incontro con un’associazione animalista, dalle cui fila si sono affrettati a emanare un comunicato stampa in cui esprimevano grande soddisfazione per i punti di convergenza. Premesso che non si conoscono nel dettaglio i contenuti di questo incontro, quello che ci chiediamo è: non si corre il rischio che alla fine, la tutela e la difesa tematiche scomode come la caccia, vengano sacrificate in nome di interessi ritenuti politicamente più predominanti?
R: Fratelli d’Italia è l’unico Partito che si è dichiarato favorevole alla caccia non a parole ma con i fatti, lo ha fatto in un’apposita Conferenza Stampa a Roma alla Camera dei Deputati nel mese di Aprile nel corso della quale sono stato presentato e ho preso la parola. Le singole iniziative vanno intese come tali e non come un cambiamento di rotta, la caccia non è e non deve essere “merce di scambio” anzi, ho avuto assicurazioni dal Partito che avrò piena autonomia in Europa sulla materia venatoria senza alcun condizionamento dall’alto.
D: Uno dei problemi principali del riconoscimento e dell’accettazione dell’attività venatoria probabilmente nasce da una mancanza di condivisione culturale di valori e di reale conoscenza naturalistica e ambientale. Potrebbe essere un’opportunità cominciare a dialogare anche con i giovani e divulgare finalmente concetti veri e non falsati? C’è allo studio un programma in tal senso?
R: Sull’ambiente e la natura, i Cacciatori non hanno bisogno di lezioni da parte nessuno, li ritengo a pieno titolo le “sentinelle dell’ambiente” e i “custodi della natura”; d’altronde non potrebbe essere altrimenti, visto che in un ambiente degradato e deturpato non c’è vita animale e biodiversità e quindi non ci può essere attività venatoria. Quindi c’è un preciso interesse del cacciatore di praticare la propria passione in modo ecocompatibile e sostenibile. Personalmente sono aperto al confronto e al dialogo purché non mi trovi davanti a forme radicate di integralismo che pospongano alla caccia la parola “anti”, ritenendo l’Arte Venatoria un valore ricco di tradizioni secolari. Più che un programma o un progetto integrato vi sono delle lodevoli iniziative da parte di alcune Associazioni Venatorie volte a portare la Caccia a conoscenza delle scolaresche, un modo per far conoscere la figura del cacciatore che, finita la stagione, va in gruppo a pulire i sentieri e i greti dei fiumi o opera nel volontariato e nella Protezione Civile, nella prevenzione e spegnimento di incendi boschivi. Ritengo necessario investire risorse in comunicazione e ricerca scientifica anche al fine di dare un fattivo contributo alle nostre ragioni e contrastare il pensiero a noi ostile.
D: Nel nostro Paese la flora e la fauna sono costantemente minacciate da specie alloctone invasive. Qualche mese fa è stata recepita la normativa europea per la salvaguardia e tutela dal nostro ecosistema. Come vede l’intervento dei cacciatori nel contenimento della diffusione di specie che minacciano pericolosamente la nostra biodiversità?
R: Quella dei nocivi è una vera emergenza, il cacciatore non è il problema ma una risorsa per risolverlo, con azioni mirate al contenimento di specie alloctone invasive ma anche alle problematiche correlate ai danni causati dall’espandersi della fauna selvatica. Un bilancio costituito da milioni di euro di danni e purtroppo gravato anche da numerosi incidenti stradali con la perdita di vite umane. Certo che, con l’attuale Ministro all’Ambiente, supportato da ISPRA e con le soluzioni sinora da loro proposte, non mi pare di avvistare alcun risultato concreto. Bisogna che rivedano i loro programmi e auspico che ISPRA ritorni nella competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
D: Secondo lei, in Italia cacciatori e animalisti possono convivere coesi nel rispetto del principio di promuovere un turismo ecosostenibile di natura e tradizioni locali e divenire volano di sviluppo e valorizzazione della cultura rurale?
R: Stante così le cose, con il “veganesimo” che si espande, con gli animalisti che predicano la parità tra uomo e animale, con i loro diritti inseriti nella Costituzione, mi si consenta una provocazione: andando avanti di questo passo, in un mondo che gira al contrario non mi stupirei che negli agriturismi il contadino vada nella stalla a dormire e l’asinello nella camera da letto. Vorrei sbagliarmi ma la realtà mi vede pessimista, eppure la cultura e la civiltà rurale ci hanno lasciato valori quali la solidarietà e la sussidiarietà e certamente non l’intransigenza e la radicalizzazione.
D: In 6 punti, ci può elencare come intende tutelare e proteggere una categoria, quella dei cacciatori, che oggi va salvaguardata purtroppo come una specie fortemente minacciata dell’estinzione?
R: Corrispondono ai miei impegni di programma che ho messo nero su bianco sul mio volantino:
1) allargamento delle specie cacciabili;
2) armonizzazione dei periodi di caccia;
3) tutela delle Cacce e dei piatti tradizionali;
4) tutela dell’indotto della caccia e mantenimento del piombo nelle munizioni da caccia;
5) rafforzamento della figura del cacciatore a livello europeo quale consapevole regolatore dell’ambiente e della natura;
6) per raggiungere questi obiettivi non opererò da “solista” ma farò squadra, creando alleanze con i colleghi su queste tematiche in modo da condividerle con loro; ciò al fine di ottenere risultati concreti e una svolta culturale sul ruolo del cacciatore.
Ringraziamo il candidato Dott. Pietro Fiocchi della disponibilità e per la completezza delle risposte.