Forse non tutti lo sanno, ma il circa 5% degli amanti della caccia in Italia, sono donne che abbattono i pregiudizi e vivono pienamente la propria passione. Un mondo affascinante e da scoprire, tanto più se si pensa al futuro e costante aumento, negli anni che verranno, di cacciatrici donne.
Non si capisce bene come siano andate storicamente le cose, ma da un passato mitologico nel quale era donna la divinità della caccia, si è arrivati ad un presente nel quale le donne sono quasi totalmente bandite dall’attività venatoria.
Dietro la quasi totale assenza dell’elemento femminile nel mondo caccia si nota però un fermento non da poco, basti pensare che fino a qualche mese fa le donne cacciatrici messe in evidenza da Adnkronos erano circa 30 mila, pronte a prendere d’assalto una delle ultime roccaforti tutte al maschile.
E’ il Comitato nazionale caccia e natura ad aver stimato a 30 mila le donne italiane che ad oggi amano tanto quanto gli uomini la caccia, e la svolgono con tutta la passione, la professionalità ed il rispetto richiesto. Al di là degli eventi pubblicitari, dei meeting delle donne cacciatrici, degli incontri ben organizzati, c’è un folto gruppo di donne, sportive, amanti della natura, appassionate di caccia che sono cresciute con la passione venatoria in casa.
Perché la donna cacciatrice, esattamente come l’uomo, non lo è diventata: sostanzialmente cacciatrici si nasce. Da parte delle donne con il pallino dell’arte venatoria si può semplicemente riscontrare un maggiore accanimento, una più forte testardaggine, perché convincere il proprio padre, il proprio zio, od il proprio nonno per farsi portare a caccia, fin da piccolissime, non deve essere stato per niente semplice.
I dati offerti dagli organizzatori di viaggi venatori sono chiari, il fenomeno è sicuramente in aumento, visto che con le proprie insistenze e la propria costanza, le donne cacciatrici stanno lentamente abbattendo qualsiasi pregiudizio.
In fondo, quelle poche che ad oggi sono state intervistate lo confermano: “appena i cacciatori, soprattutto quelli più anziani, capiscono che sai perfettamente quel che fai e quel che dici, ti accolgono nel gruppo di caccia senza riserve. E il vincolo di amicizia che fra cacciatori si crea, siano essi uomini o donne, è sincero e semplice, d’aiuto e di sostegno”.
Alla base resta una passione smisurata per i boschi, per le sfide, per la natura, per i cani che sono amici e ottimi compagni di caccia, l’ottima capacità organizzativa da parte delle donne, e la necessità, fondamentale anche per i cacciatori, di comprendere i propri limiti. Se in Italia le cacciatrici rappresentano circa il 5% degli appassionati venatori, i numeri si fanno ancora più sostanziosi negli altri paesi europei e in America. Nel bel paese è comunque certo che la maggior concentrazione di donne che imbracciano un fucile si trovi al nord e nel centro, ma non c’è alcun dubbio che presto aumenteranno per quantità e per impegno anche nel sud.
Ogni giorno spuntano fuori siti, e gruppi di cacciatrici donne che monopolizzano frange dei social network più gettonati o dei forum più frequentati, nei quali non solo si mettono a nudo le proprie esperienze, ma si parla d’armi, di tecniche e tempi, esattamente come accade negli spazi al maschile.
E non di rado si scopre che avere accanto un uomo cacciatore, sia esso un padre, un nonno o un marito, ha aiutato molte donne cacciatrici a mantenere viva la passione, a riscoprire il fascino del gruppo, l’amore per l’ambiente e per lo status di cacciatrici, impegnate non solamente durante il periodo della caccia, ma specialmente durante i periodo di ferma, con operazioni di tutela e ripristino ambientale.