L’intervento di Federcaccia Puglia
Il Presidente regionale di Federcaccia Puglia Luigi Scalera ha inviato una lettera ai vertici istituzionali, Presidente Regione Puglia Dr. Michele Emiliano, Assessore Sanità e Benessere Animale Dr. Rocco Palese, Presidente del Consiglio Reg.le D.ssa Loredana Capone e Assessore agricoltura Dr. Donato Pentassuglia, in merito alla Disposizione di divieto di caccia in provincia di Lecce causa Influenza Aviaria.
Il focolaio sospetto
Di seguito il testo: “Con Ordinanza n. 574 del 20 dicembre 2023 “Misure di protezione relative all’influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 attorno al focolaio in provincia di Lecce”, da Lei firmata, la Regione Puglia ha imposto il divieto di caccia agli uccelli selvatici e l’uso dei richiami vivi (di qualsiasi specie) per almeno 30 gg salvo nuova ordinanza, in un’area di 10 km di raggio in provincia di Lecce, a seguito di un singolo focolaio in un allevamento rurale. Le Associazioni venatorie regionali e nazionali hanno da sempre collaborato con le Istituzioni e in particolare con l’organo referente (l’I.Z.S. Venezie) per il problema aviaria, attraverso una costante collaborazione protrattasi per anni e nell’organizzare sia la raccolta dei tamponi su uccelli abbattuti e richiami, sia nei controlli negli appostamenti che nella sorveglianza sia passiva che attiva, ma ora il provvedimento della Regione Puglia ci lascia decisamente sorpresi e sconcertati”.
Provvedimento immotivato
“L’influenza aviaria è una patologia in atto da molti anni, con focolai principalmente localizzati in Italia settentrionale, in particolare nelle aree ad alta densità di allevamenti intensivi di specie avicole. Ebbene in nessun caso è mai stato disposto il divieto di caccia in queste aree, nemmeno una volta in questi ultimi 10 anni, ma si è semplicemente regolamentato o parzialmente sospeso l’uso dei richiami vivi. Il provvedimento della Regione Puglia è quindi il primo in assoluto, ed è francamente del tutto immotivato. Anche nelle aree ad alto rischio italiane, zone A e B del piano nazionale di sorveglianza per l’aviaria, ove la presenza di selvatici e la concentrazione di grandi allevamenti industriali consiglia misure e attenzioni adeguate non è mai stato attuato il divieto di caccia”.
Il piano di sorveglianza
“A maggior ragione, sia in base al Regolamento Delegato (UE) 2020/87 della Commissione del 17 12 2019 che integra il regolamento (UE) 2016/429, sia nel già menzionato piano di sorveglianza nazionale per l’aviaria e relativi manuali, l’interdizione totale dell’attività venatoria non è stata a tutt’oggi mai applicata nonostante (in particolare nel corso del 2022) nell’area padana orientale si siano riscontarti centinaia di focolai. Sottolineiamo poi che per l’area di un eventuale focolaio si prevede un primo raggio di 3 km come zona di protezione e successivamente una seconda area del raggio di 10 km come zona di sorveglianza con misure più contenute. Nessun divieto di caccia è mai stato istituito nemmeno nella zona di protezione di raggio 3 km. A nome dei tanti appassionati, locali e non, che si sono trovati improvvisamente inibiti nell’attività venatoria, siamo disponibili quanto prima a confrontarci per il superamento della disposizione trovando un modus operandi per un’equa e proporzionale soluzione che tenga giustamente conto sia delle dovute esigenze sanitarie che quelle sociali compresa l’attività venatoria, offrendo collaborazione in particolare nella sorveglianza passiva che permetterebbe di verificare se e quanti altri focolai possono essere presenti nell’area interessata”.
Utilizzo dei richiami vivi
“Chiediamo quindi che sia espunto nell’ordinanza il punto q, che riporta il divieto di caccia nella zona di restrizione. Siamo disponibile a qualsiasi tipo di collaborazione per la sorveglianza e la disciplina dell’utilizzo di richiami vivi. Vogliamo inoltre evidenziare che il perdurare da parte degli organi amministrativi regionali di decisioni e scelte meramente politiche e scarsamente tecniche stanno espandendo e moltiplicando il distacco tra i cittadini nei confronti degli amministratori ma soprattutto il sorgere di largo disinteresse verso una corretta e condivisa gestione del territorio e delle risorse senza la quale ogni imposizione e/o decisione viene di fatto vanificata. In attesa di un gentile riscontro, Vi porgiamo i nostri Distinti saluti” (Presidente FIDC Regione Puglia – Luigi SCALERA).