E a maggior ragione c’è da chiedersi come mai sia stato richiesto a ISPRA un parere non previsto. Forse era il caso di rimandare di un anno l’approvazione e l’adozione delle linee guida, che necessitavano di maggiori approfondimenti, come già segnalato da Federcaccia a dicembre 2020. Del resto i CAC Lombardi hanno dato prova negli anni di gestire il prelievo della coturnice in maniera assolutamente prudenziale e conservazionistica, e soprattutto di saperlo fare in concreto. Sicuramente meglio di chi fa gestione solo sulla carta e da dentro un ufficio, senza mai partecipare ai censimenti e senza mai toccare con mano la gestione di questo selvatico.
Certo è che la percezione che hanno i cacciatori (ma anche i comitati di gestione dei comprensori alpini) è quasi che la Regione volesse ostacolare la gestione venatoria della coturnice: la richiesta a ISPRA di un parere non necessario, ma a questo punto dall’esito scontato, a ridosso dei censimenti estivi e nell’imminenza della predisposizione dei piani di prelievo per la stagione 2021/2022 suona davvero male. Senza dimenticare gli ostacoli introdotti con le linee guida anche solo con riferimento all’abilitazione dei cani utilizzabili per i censimenti: regola che a regime di fatto renderà molto più difficile avere la corretta ed esaustiva percezione della consistenza della coturnice sulle Alpi lombarde. Quasi ci fosse interesse ad impedire di verificare la presenza del selvatico, impedendone così il prelievo venatorio (Il Presidente di Federcaccia Lombardia – Avv. Lorenzo Bertacchi).