Anche l’ANPAM (Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili), CONARMI (Consorzio Armaioli Italiani) e Assoarmieri hanno deciso di commentare la revisione della direttiva comunitaria sulle armi. Le associazioni di categoria della filiera italiana hanno preso atto di alcuni miglioramenti del testo, la cui versione originale conteneva troppe e immotivate restrizioni, prive di fondamento scientifico. Le tre associazioni hanno però sottolineato come nella direttiva siano presenti ancora delle criticità evidenti.
Ad esempio, non appare appropriata la volontà di invadere la competenza degli stati membri sulla determinazione dei requisiti per rilasciare il porto d’armi o i criteri per la custodia domestica. Al tempo stesso, non sono piaciute le nuove prescrizioni sulla marcatura delle armi, visto che non sono presenti in nessun trattato internazionale e seguono un modello rigettato dall’ONU. Più che agevolare la tracciabilità, secondo le associazioni di categoria questa misura finirà per penalizzare gli operatori europei.
Non si condivide neanche il fatto che le riproduzione di armi antiche siano state messe sullo stesso piano delle moderne armi da caccia, tiro e difesa. Inoltre, ANPAM, Assoarmieri e CONARMI non sono d’accordo con l’inclusione di alcune armi civili nelle categorie proibite. Oltre a maggiori approfondimenti, le tre associazioni ritengono sia necessario combattere il terrorismo controllando territori e frontiere, evitando di creare eccessive restrizioni e burocrazia.