Il Digiscoping è la rivoluzionaria tecnica fotografica che abbina una fotocamera (o videocamera) digitale ad un telescopio da osservazione terrestre, chiamato familiarmente “lungo”. Da questo numero, iniziamo una serie di articoli su questa tecnica che non si pone in assoluta alternativa ai super-tele, ma rappresenta un diverso approccio alla Natura e agli animali selvatici che vi abitano.
A cura di Riccardo Camusso
Un bel camoscio fa capolino dalla neve. A occhio nudo, lo riconosciamo appena: la distanza che ci separa supera i 200 metri. Vogliamo stimarne le classi d’età/sesso ed altri dettagli. Lui avverte la nostra presenza, ma non se ne preoccupa perché stiamo ben oltre la sua distanza di fuga. Applichiamo all’ATX85 (il “lungo” per eccellenza, oggi; lo stesso che usiamo nella caccia di selezione) ed accade il miracolo: non riusciamo soltanto a contare gli anelli di crescita sulle eleganti corna uncinate, ma apprezziamo il pennello, l’uncinatura e un gran numero di altri importanti particolari. Espressione compresa. Ci sembra di poterlo “toccare” anche se, in realtà è molto distante da noi. Questo non è che un esempio – fra mille – delle magie offerte dal Digiscoping. A prescindere dal modello di fotocamera utilizzata (reflex, compatta, mirror e persino il cellulare), il lungo lavora come un potentissimo tele. Anzi come un super-tele che, con lunghezze focali da 1.600 mm in sù, può colmare distanze irraggiungibili da qualsiasi obiettivo fotografico tradizionale.
Ma non solo. Scopriremo, poi, che anche sulle distanze più “facili”, terra di confine fra il lungo e i super-tele il Digiscoping offre eccellente qualità fotografica. Ciò vale anche per un particolare tipo di macro: chi pensa che il lungo sia fatto per le lunghissime distanze, dimentica che anche a 3- 5 mt. si possono realizzare ottime macrofotografie; una cavalletta, o un calabrone, occupano interamente l’inquadratura.
Tali prestazioni tali esigono lunghi di grande qualità, primi fra tutti gli Swarovski; i prezzi sono elevati, pur se si spende comunque uno zero in meno, in Euro, rispetto a super-tele, che offrono ingrandimenti minori; ma, come diceva mio nonno, “chi più spende, meno spende”. Ciò è ancora più vero in Digiscoping: i lunghi di qualità vedono l’invisibile anche all’alba/tramonto, con valori crepuscolari eccezionali. E tanto altro, come vedremo. Oltre la tecnica pura, tuttavia, la vera magìa del Digiscoping consiste nel poter stare fuori scena. Possiamo, cioè, realizzare vere foto naturalistiche a selvatici che stiano ben oltre la loro distanza di fuga: ciò significa avere davanti all’obiettivo animali tranquilli, frontali, intenti nelle loro attività quotidiane e, soprattutto, per tempi relativamente lunghi. Non in fuga a perdifiato come accade nella caccia fotografica tradizionale. Il naso umido e gli occhi di un ungulato che non fugge anziché il suo culetto bianco che si rifugia nel bosco in un secondo.
Quando mi chiedono come io riesca a fotografare l’”invisibile” e gli occhi, rispondo che è più facile realizzare una buona foto, (selezionata fra molti scatti) se il soggetto stazioni a lungo di fronte all’obiettivo, piuttosto che avere soltanto qualche secondo per fotografare un selvatico in fuga precipitosa. Il Digiscoping è questo; e molto altro. Vogliamo parlarne con i lettori di Caccia Passione, anche in forma interattiva, condividendo foto e pareri. Pubblicheremo articoli sui vari aspetti tecnico-emotivi di questa tecnica, scambiando con voi immagini e idee costruttive. Ciao a tutti e a presto.
Digiscoping: Da molti anni, Camusso Riccardo si occupa, a tempo pieno, di caccia fotografica e falconeria. Fin dagli anni ‘90, la sua passione si è orientata sul Digiscoping, quando nessuno conosceva ancora il significato di questa parola; ecco perché tutti lo chiamano il “padre” del Digiscoping italiano. Ha pubblicato diversi libri incentrati su questa tecnica fotografica, scrive su numerose riviste europee del settore, ha vinto per quattro volte il Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica in Digiscoping e organizza periodici work-shop esclusivi nei suoi punti attrezzati d’osservazione e in altre zone europee ed africane.
Scopri l’ultimo libro di Riccardo Camusso e Massimiliano Ribelli
Milele KENYA ….. KENYA per sempre
Clima, Natura e magia nel Kenya del terzo millennio
Il titolo testimonia questo impegno: ” Milele KENYA!” significa “KENYA per sempre!” perchè le fotografie e le parole che corrono sulle pagine del Libro parlano delle nostre emozioni kenyane e del nostro amore per questo Paese. Più volte, in passato, abbiamo scritto che il Kenya è troppo vecchio per morire. Nei suoi cinque grandi capitoli ( L’Oceano Indiano – La savana – il Safari – Malindi e la costa – La gente ) il Libro testimonia i vari aspetti di questo Paese all’inizio del terzo millennio.