Questi prevedono misure stringenti, che consentono una caccia limitata e solo a seguito dell’adozione di svariate misure di miglioramento dell’habitat in cui le specie vivono. La Regione Piemonte non ha adottato che in minima parte le prescrizioni del piano relativamente all’allodola, mentre, di concerto con tutte le altre Regioni italiane, si è rifiutata di approvare quello per la tortora. In queste condizioni le Associazioni ritengono che non sussistano i presupposti per aprire la caccia alle due specie, in primo luogo per ovvi motivi di salvaguardia della fauna selvatica e della biodiversità da essi rappresentata, ma anche per non esporre lo Stato Italiano a procedure di infrazione delle norme comunitarie che potrebbero portare a pesantissime sanzioni.
“La Regione Piemonte si è distinta in questi ultimi anni per sostanziali e immotivate concessioni al mondo venatorio. – si legge nel comunicato – Riteniamo sia ora di cambiare rotta e anteporre le istanze di tutela dell’ambiente a quelli di un piccolo, purché potente, gruppo di pressione ormai del tutto avulso dai tempi e dalla sensibilità corrente” (Quotidiano Piemontese).