Diana nr.09 dal 08 maggio 2012 è arrivata nelle edicole di tutta Italia.
La più famosa rivista italiana dedicata alla caccia è in edicola con il nr. 09 del 2012.
SOMMARIO – In Evidenza:
Beccacce MADE IN ITALY
Gli amori, il nido, la cura dei pulcini. La nidificazione nella Penisola fu documentata da Arrigoni degli Oddi e confermata da altri ornitologi fra cui Moltoni e Brichetti.
A cura di Silvio Spanò
Quali fruitori di beccacce in transito e svernamento tendiamo ad avere una visione “monca” od “orba” che dir si voglia del suo ciclo vitale.
Ne osserviamo e commentiamo la fenologia delle comparse autunno-invernali, mentre i vari aspetti attinenti la sua riproduzione restano un po’sfumati nel campo della curiosità puntiforme o nei commenti negativi verso quei Paesi del nord-est che ancora la cacciano in primavera (durante le parate nuziali – la croule), sempre accusati di mettere a rischio un patrimonio che, in realtà,è più il loro che il nostro! Val la pena pertanto, finita l’annuale ubriacatura venatoria e la “tragedia” dell’inverno (che spesso è davvero tale per molte beccacce (vedi la recente ondata di gelo della prima metà dello scorso febbraio), riequilibrare il quadro approfondendo gli aspetti tipici del periodo riproduttivo, che poi è il momento principale del ciclo riproduttivo, soprattutto a fronte della sua conservazione nel tempo. Ed ecco che, cavalcando i venti tepidi meridionali delle notti di marzo, le nostre pellegrine sfuriano verso i quartieri di nidificazione per adempiere al richiamo impellente della continuità della specie.
LA TRIPLA COTURNIX ci salverà
Le cause scatenanti la diminuzione delle quaglie in Italia sono facilmente identificabili e originano, così come per specie di Galliformi stanziali quali ad esempio la starna (Perdix perdix), negli avvenuti cambiamenti ambientali ed agronomici. Ma c’è dell’altro, vediamolo insieme.
Testo e foto di Domenico Vigliotti
Ricordo la mia prima quaglia (Coturnix coturnix) quasi l’avessi incarnierata ieri: era l’agosto del 1988 e, visti i risultati dell’esame di terza media, papà mi portò con se il giorno dell’apertura della stagione venatoria. Da un po’ di tempo, giocoforza il vivere in condominio, non avevamo alcun cane (il “mio” primo Kurzhaar lo ottenni da lì a pochi anni) e pertanto le speranze erano riposte in primis nelle tortore. Nonostante i chilometri percorsi la mattinata non fu molto interessante per gli adulti e grazie a ciò riuscii a farmi dare lo schioppo per insidiare uccelletti alla mia portata. Fortuna volle che abbattei un piccolo non-so-cosa e, ottenuto il consenso, mi avviai a recuperarlo. Allontanandomi dall’argine entrai in un campo verde bellissimo e sterminato, camminavo in quella che ho poi scoperto chiamarsi erba medica, ero concentratissimo, fissavo soltanto il punto in cui era caduto l’uccelletto, avanzavo passo passo senza sapere dove poggiavo i piedi. L’evento di un attimo generò in me una sensazione forse unica: un rumore, forte, quasi da sotto uno stivale; un verso, “prììì”, a farmi ancor più sussultare; qualcosa di simile ad una palla di piume che volava velocissima davanti a me. L’imbracciata e la stoccata furono l’umana reazione a quel mix di paura e sorpresa. «Cos’hai sparato?» – gridò..
Doppietta Superlight cal. 20. BELLA E LEGGERA
Italia: terra di santi, poeti e navigatori. Possiamo aggiungere: “e di ottimi fabbricanti d’armi”
Testo e foto di Giuseppe Valenti
Franco Zurlini E I SUOI POINTER
Parlare di Franco Zurlini è per me assai facile, ci conosciamo da decenni, sono ricorso a lui quando ho iniziato la mia avventura con i pointer. Ha voluto scrivere la presentazione di un mio libro sugli irlandesi. Appunto, siamo amici: proprio per questo cercherò di evitare le iperbole, che di iperbole poi proprio non si tratterebbe. Ho solo la fortuna di conoscere, un po’ meglio di altre persone, Franco.
Testo e foto di Stefano Vitale Brovarone