Diana, dal 17 novembre 2011, è arrivato nelle edicole di tutta Italia.
La più famosa rivista italiana dedicata alla caccia è in edicola con il nr. 12 del 2011.
SOMMARIO – In Evidenza:
Allodole, borrita e capanno
Alcuni ritengono quella alle allodole una caccia minore, una palestra che permette di sporcare un po’ le canne e sciogliere il braccio in attesa dell’arrivo di selvatici più nobili come acquatici e beccacce.
In questo c’è del vero, ma occorre fare dovute precisazioni. Jacopo Billi
Il Pointerman Giovane
In una cinofilia venatoria che vive una stagione certamente importante della sua storia ma che è assai carente di nuove leve, la figura di Silvio Marelli si propone per un futuro di prestigio. Testo e foto di Stefano Vitale
Michele Giusti de Marle
Avvocato di professione, artista e cacciatore per passione
Nell’ormai lungo elenco degli artisti che di volta in volta Diana haproposto alla conoscenza dei suoi lettori ci è sembrato giusto dare spazio anche a Michele Giusti de Marle. Come altri nomi ospitati nelle pagine del nostro giornale egli fa parte di quelle persone dotate di una non comune sensibilità artistica il cui occhio si è soffermato su alcuni aspetti della natura che tante volte nelle nostre giornate di caccia abbiamo osservato e che ritroviamo nelle loro opere a ricordarci le intense emozioni provate in quei momenti. Nato a Roma nel 1976 e laureatosi in giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza”, con specializzazione nel campo della Proprietà Intellettuale, nonostante un’intensa attività professionale Michele ha trovato sempre il tempo di portare avanti il suo interesse per l’arte in generale e per la pittura in particolare.
Un selvatico autentico che continua a far sognare
Ogni giorno di caccia diventa un acquerello di luci ed ombre impresso nella memoria. Gli amori, il duello col cane, l’incredibile volo nel vento, il tiro. Se l’incontri sai che l’eternità è fatta di attimi. Ispirò molti grandi fra cui il Nobel Montale e Ponce de Leon A cura di Rodolfo Grassi
Censimenti della Vigilia
Oltre alla balistica e alle normative locali, la preparazione di ogni stagione di caccia in montagna vive e si nutre di ricognizioni, rispetto, valutazione e selezione. Vale sia per gli ungulati che per la tipica fauna alpina. A tracolla, il fedele binocolo e gli strumenti ottici che ci permettono riconoscimenti oltre-ogni-dubbio; con noi la consapevolezza che il fucile diventa uno strumento di gestione in un più ampio disegno che parte dai censimenti stagionali e da quelli personali. Testo e foto di Riccardo Camusso e Marco De Candido