Molto interessante, poi, è stato il confronto tra la migrazione stessa e quella dell’Appennino Tosco-Emiliano. Si è cercato anche di aumentare le conoscenze accorpando tre tipici periodi esistenziali del selvatico colombaccio ossia il periodo della migrazione concomitante al periodo dello stop-over e lo svernamento in quei luoghi come il Bosco della Mesola.
Il Club ha voluto ringraziare in particolare Stefano Zannini, rappresentante dell’ente di gestione per i parchi e la biodiversità del Delta del Po, la cui collaborazione al progetto è stata molto preziosa, senza dimenticare il contributo volontario dei cacciatori autorizzati nelle aree esistenti di pre-parco. Di sicuro l’opera risulterà utile come approfondimento attuale e futuro per una conoscenza ancora più accurata dei colombacci e delle loro abitudini, in primis quelli che si trovano nelle regioni dell’Italia settentrionale.