Tra le varie misure indicate vi è comunque ancora la sospensione dell’uso dei richiami in aree ad alto rischio, fatto salvo che il loro utilizzo non sia parte di un programma di monitoraggio e studio sull’influenza aviaria, che gli Stati Membri sono tenuti ad adottare. Non è quindi più previsto un divieto preventivo per cui, per poter utilizzare i richiami, era necessaria una deroga ma ne viene consentito l’utilizzo, “..in dipendenza della valutazione epidemiologica…”.
Per questi motivi la FIDC e l’ACMA si attiveranno presso il Ministero della Salute, perché i richiami vivi e il mondo dei cacciatori siano parte attiva nel programma di monitoraggio, e nel contempo sia stilato un protocollo d’intervento nel caso di focolai, che individui zone di protezione e sorveglianza più contenute e con un limite temporale all’emergenza. Grazie a questa nuova e più favorevole apertura dall’Unione Europea, anche a seguito della constatazione che i richiami non sono primario rischio virale, è necessario attivarsi perché in Italia siano adottati provvedimenti che non penalizzino i cacciatori di acquatici come accaduto in passato e nello stesso tempo diano sicurezza e tranquillità alla salute e all’economia avicola.