Dal 26 al 29 aprile scorsi si è tenuta a Montreux, in Svizzera, la sessantaquattresima assemblea generale del CIC, Consiglio Internazionale della Caccia e della Salvaguardia della Fauna. L’organizzazione è stata giudicata impareggiabile e il programma è filato via in maniera interessante e articolata. L’Italia è stata capace di mantenere la vicepresidenza internazionale (Massimo Marracci), oltre alla carica di auditor (Vittorio Scoccini).
Gli 81 stati membri del CIC hanno affrontato i principali problemi legati alla gestione degli uccelli migratori, con ampie riflessioni su ruralità e biodiversità. Un esempio che ha destato grande attenzione è stato quello del Bacino del Mediterraneo, nello specifico a sud del nostro paese. Tra le altre cose, è stato confermato come il mondo venatorio possa dire la sua di fronte alle esagerazioni degli animalisti e ambientalisti, ormai totalmente distaccati dalla realtà.
I cacciatori, inoltre, devono prendere coscienza del loro ruolo di protagonisti nel territorio: d’altronde, si sta parlando di un mondo che soltanto in Europa conta oltre sette milioni di cittadini e che è diventato per sua disattenzione il “capro espiatorio di tutti i mali dell’ambiente”. Tra le figure di spicco presenti a Montreux vanno ricordati il numero uno della Federazione Italiana della Caccia, Gian Luca Dall’Olio, e il capo-ufficio stampa Marco Ramanzini.