Il dottor Michele Sorrenti dell’Ufficio Gestione Ambientale Faunistico Venatoria della Federcaccia, segnala due interessanti video (i cui link sono riportati al termine della notizia) prodotti dalla Fondazione Artemisan spagnola, che in collaborazione con i Governi Spagnolo e Portoghese, la Reale Federazione di Caccia Spagnola, le Federazione Portoghese di Caccia e numerose delegazioni regionali di caccia, ha lanciato il Programma di Recupero della Tortora Selvatica nella Penisola Iberica (PIRTE).
La Spagna ospita la più numerosa popolazione nidificante di tortore in Europa, e il prelievo venatorio più elevato tra i Paesi UE. Il numero di coppie di tortore è diminuito decisamente in Spagna e in generale in tutta l’area occidentale della specie, per questo motivo la Commissione ha inviato nello scorso luglio una lettera di avvertimento a Francia e Spagna riguardante la specie e la necessità di intervenire sugli habitat e sulla gestione venatoria. In questi video si dimostra la risposta del Governo Spagnolo: un programma d’intervento su diversi piani, tra cui in primo luogo un’azione importante sugli habitat e sull’aumento di disponibilità alimentare nel periodo riproduttivo. Un professore di zoologia dell’Università dell’Estremadura espone chiaramente che la mancanza di alimentazione durante questo periodo è alla base dello scarso successo riproduttivo della specie, mentre una buona disponibilità alimentare permette la riuscita di più covate e la produzione di più giovani.
Anche le regole di caccia avranno una modifica con riduzione di giorni e collocazione del prelievo in modo da insistere sulle popolazioni spagnole e meno su quelle in transito migratorio da altri Paesi. In Spagna è interessante il dato di fatto che le popolazioni di tortore nidificanti sono in buono stato dove si attua una gestione degli habitat per l’interesse venatorio, mentre dove la specie non è interessante per la caccia vi è un declino importante. Per questo motivo la proposta di moratoria per il prelievo venatorio è stata rifiutata dalla Spagna e da molti altri Paesi: dove non c’è interesse per la caccia non si hanno azioni positive sugli habitat. Un principio cardine per la conservazione delle specie, che vorremmo fosse fatto proprio anche dai Ministeri italiani competenti, in particolare il MATTM e ISPRA, che stanno redigendo il Piano Nazionale sulla tortora.