Parecchie sedute di tiro ci hanno permesso di provare a fondo il fucile Sako A/7 Roughtech, l’ottica Steiner Nighthunter Xtreme 3-15×56 insieme a tre varietà di cartucce originali Sako in .243 Win. allestite con tre diversi caricamenti.
La dicitura pubblicitaria Cartucce Sako in armi Sako era in voga già a metà degli Anni 60 e ricordiamo caricamenti di buona resa per calibri correnti come il .270 Win. o il .222 Rem. così come per impianti più sofisticati come il .222 Rem. Mag. o il .264 Win. Mag. In seguito la diffusione di tali cartucce originali era andata scemando e in pratica non le si trovava nelle armerie. L’impulso conseguente l’ingresso dell’azienda finlandese nella Holding Beretta ha toccato alcuni anni fa anche il comparto cartucce e oggi le scatole nere e gialle fanno bella mostra di sé dagli scaffali delle armerie: fra calibri e caricamenti con palle specifiche si passa il biblico numero di dodici dozzine con una benefica insistenza su quelle cartucce di consolidato impiego dove una congrua varietà di proiettili richiama l’attenzione dei conoscitori convincendoli a soffermarsi su quella che reputano di specifico interesse per la propria caccia. La .243 Win. è nata a metà degli Anni 50 con l’intendimento molto yankee di una cartuccia multifunzionale: la magia dell’impianto balistico coniugata a canne dal passo di rigatura piuttosto corto concede un’elevata precisione intrinseca con peso di palla fra i 70 e i 105 grs e tale propensione l’ha mostrata come una solida evoluzione delle solite scelte del varmint quindi come sostitutiva della .222 Rem con maggior braccio operativo, ampliando insieme le possibilità venatorie fino al più classico dei selvatici nordamericani, il cervo coda bianca. Da noi questa 6 mm statunitense è stata impiegata con successo negli Anni 60 da molti bravi camminatori per la caccia al camoscio, quando i 250 m erano un limite posto dalla saggezza e dalla sportività; ne abbiamo ancora ultimamente verificato gli effetti con proiettili adeguati da 85 grs e capi crollati sul posto. Ora il .243 Win. è appannaggio soprattutto della caccia al capriolo, ma se si ha la possibilità di misurare bene il punto dove spedire il piccolo proiettile, l’attaccatura del collo ad esempio, si vedranno risultati sorprendenti anche su cinghiali di taglia discreta.
I tre allestimenti della Sako
La gamma inviataci dalla Casa è giustamente varia spaziando su tre diversi tipi e pesi di palla: si inizia con la Barnes TTSX Powerhead da 5,2 g (80 grs), quindi con l’aggiornamento tecnico per soddisfare gli obblighi di impiego delle palle prive di piombo. La Barnes vanta in tale settore un’esperienza molto qualificata con le sue monolitiche in rame pur se non sempre i pareri degli utilizzatori si rivelano concordi sulla micidialità.
Nel presente, quindi nelle prove con la A/7, questi proiettili si sono rivelati di notevole precisione con lo sfarfallamento di un solo colpo su una volée di cinque sparati a 100 m, quando le due coppie attorno al centro sono frutto della postura del tiratore. Proseguiamo con la Gamehead SP da 5,8 g (90 grs) una classica Soft Point con punta in piombo scoperta e peso molto classico per il calibro: notiamo una certa resistenza nella chiusura dell’otturatore che non influisce sulla precisione e sulla costanza di tiro. A 100 m la rosata di cinque colpi è molto buona con la dispersione in verticale data dai nostri occhiali multifocali e dalla canna calda, fattore quest’ultimo che influisce poco anche sparando in rapida successione, cioè estraendo il bossolo, osservando con tranquillità nel lungo il risultato, e ricaricando.
Per terminare ecco la Deerhead Bonded SP da 6,5 g (100 grs) quindi con camiciatura e nucleo saldati per il mantenimento della massa pur nell’attraversamento di ostacoli duri: una palla per selvatici di un certo peso e con notevole resistenza per cui si rivela opportuna una forte penetrazione senza dispersione di frammenti. Anche questa cartuccia impone un po’ più di sforzo nella chiusura dell’otturatore e si notano leggerissimi segni sulla mantellatura, indizio di un rapporto assai ridotto fra posizione della palla e inizio della rigatura. Molto interessante la precisione e soprattutto la costanza: sull’abbinata dei 100 e dei 200 m è la migliore delle tre.
Ancora una nota favorevole per terminare: le polveri impiegate sporcano molto poco la canna facilitandone la pulizia.