È stata appena resa pubblica la Circolare interpretativa del Ministero degli Interni in merito al Decreto di recepimento della Direttiva Armi. Pur non avendo risolto tutte le osservazioni più volte sollevate, è con una certa soddisfazione che ad una prima lettura Federcaccia rileva che la Circolare, così come il Decreto, hanno tenuto conto di alcune considerazioni esposte dal presidente Gian Luca Dall’Olio nell’audizione dello scorso 18 luglio presso l’Ufficio di presidenza della 1a Commissione (Affari costituzionali) del Senato della Repubblica, presieduta dal senatore Stefano Borghesi (Lega), dove per il mondo venatorio era stato convocato insieme al presidente nazionale Enalcaccia, Lamberto Cardia e al vicepresidente nazionale Arci Caccia, Cristian Maffei.
In particolare, così come richiesto, non è stato introdotto il paventato obbligo di avvisare i propri conviventi maggiorenni di possedere o aver acquistato una nuova arma o addirittura richiesto la relativa licenza, prescrizione che avrebbe arrecato ulteriori problemi senza aumentare in alcun modo quella sicurezza pubblica che la Direttiva europea e il Decreto di recepimento italiano vogliono promuovere. Ugualmente si è ascoltato l’invito rivolto dal presidente al legislatore di riflettere sulla annosa questione dei motivi ostativi al rilascio del porto d’armi ex articolo 43 del Tulps. legata al riconoscimento o meno della intervenuta riabilitazione. Con la modifica introdotta si raggiunge almeno un importante chiarimento, ovvero che se è intervenuta la riabilitazione la domanda di rilascio o rinnovo del porto d’armi non può più essere automaticamente rigettata, ma deve essere valutata la situazione personale del richiedente e la sua condotta nel periodo successivo alla riabilitazione stessa.
Infine corretta l’interpretazione più diffusa che la necessaria certificazione dei requisiti psicofisici sia rilasciata anche da singoli medici della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco o da medici militari in servizio permanente e in attività di servizio anche fuori dalle strutture di appartenenza. Federcaccia ha sempre seguito da vicino e in prima persona, suggerendo numerosi correttivi e criticità per tutto l’iter della Direttiva Armi, dalla sua formulazione a Bruxelles assieme a FACE a tutto l’iter di recepimento in Italia, lavorando fianco a fianco con le altre associazioni di categoria coordinate dall’ANPAM e sottoscrivendo il documento tecnico comune da questa messo a punto e che ha fatto da guida nel confronto con le Istituzioni. Con il consueto spirito di massima collaborazione con le Istituzioni e gli organi di polizia, continueremo adesso a vigilare affinché la nuova disciplina sia applicata nel modo corretto e senza inutili, ingiustificate, restrizioni