Prosegue la polemica sui daini della Pineta di Ravenna; una vera e propria piaga per l’ambiente e per tutti i problemi indiretti che la loro presenza crea. A battersi per quest’iniziativa è la guida naturalistica locale Menotti Passerella. L’AIW condivide in toto la sua posizione, sul fatto che i daini vanno eradicati, quale che sia il metodo, compreso quello di ucciderli a fucilate come è stata già fatto in gran parte per quelli presenti nel poco lontano Bosco della Mesola (e come negli USA avviene regolarmente in molti Parchi Nazionali – diconsi, Parchi Nazionali! – dove per tutelare rare specie floristiche e interi biotopi dai danni di un eccesso di Cervi, quelli del noto “Bambi”, per intendersi; e avviene con lo stesso metodo!). Ovviamente in Italia a questa decisione si oppongono gli animalisti (ma non è una novità che a loro della biodiversità e di tutte le altre specie viventi non importi nulla: per loro esistono solo gli animali, specie di grandi dimensioni, e più sono domestici meglio è!).
L’AIW condivide anche la proposta di Passerella di, eventualmente, sostituirli con il Cervo delle dune del Bosco Mesola, animale veramente autoctono ed anche a rischio sparizione. Infatti il daino è specie non indigena e rappresenta pertanto un inquinamento ambientale, che peraltro sembra arrechi non pochi danni alla flora indigena delle pinete. In fondo è lo stesso problema dei mufloni dell’Isola del Giglio, stesso problema e stessa motivazione scientifica e… stessa ottusa opposizione degli animalisti che ancora non hanno capito l’abisso esistente tra conservazione della natura e amore per gli animali!
- Il lupo è comparso anche nel Delta del Po (ma non c’è da meravigliarsi: è comparso in ogni angolo d’Italia, che siano zone selvagge o pianure agricole: l’habitat non c’entra nulla, il lupo va dove può trovare da mangiare; ed essendo in tanti, vanno ovunque, compresi i centri urbani!). I soliti lupofili si sono scatenati a suo sostegno e l’hanno subito definito Canis lupus italicus, senza alcuna prova che lo sia. Perché lupo lo è certamente, che sia della bella sottospecie meridionale è ancora tutto da dimostrare. Hanno anche subito lodato il fatto che si nutra di nutrie, e che così facendo contribuisca all’equilibrio naturale. Peccato che la nutria sia animale che andrebbe sterminato in quanto specie non autoctona ed anche dannosa per canali e corsi d’acqua e l’agricoltura. Ma se serve al lupo, stiamone certi che diventerà honoris causa specie indigena da tutelare! Gli animalisti ragionano così nella loro arroganza di saper fare meglio di quanto ha stabilito il Creatore. Hanno poi scritto che i branchi dei lupi si compongono solo di 5 o 6 individui, negando tutti gli avvistamenti di branchi composti da decine di esemplari (i cui membri non hanno evidentemente letto i manuali dei naturalisti!)! Certo, perché per i lupofili conta quello che sta scritto nei manuali naturalistici: tutta teoria e scarsa o nessuna pratica!
- Ora ci si mettono anche i Sindaci a ritenersi esperti dell’Orso marsicano! Ci sono ormai più “esperti” dell’orso che non orsi! Basta aver letto quattro cose, specie i “sacri” testi delle autorità, per ritenersi tali, e ritenere verità sacrosanta quella diffusa dalle autorità – quando è notorio che spesso la verità sta proprio da altre parti, in quanto non esiste autorità che riconosca gli errori, o che non enfatizzi le vittorie. Un poco come le autobiografie, che se hanno valore storiografico per la voce diretta dei protagonista, sono quasi sempre menzognere, omissive, mistificatorie e autoreferenziali. Infatti, secondo il Sindaco di Capracotta (alto Molise) l’avvistamento di un Orso marsicano da quelle parti (che poi proprio una novità non è!) sarebbe segno della “straordinaria qualità dell’ambiente” di quella zona (per la verità, straordinaria come lo è quello di tutto l’Abruzzo e il Molise!) e del buono stato di salute della popolazione; il fatto che un tempo vivesse assai più abbondante negli storici confini del Parco Nazionale e su ristretti circondari, non fa testo: la presenza di orsi in zone esterne non è mai segno di sbandamento della popolazione, ma segno di crescita! E, ciliegina sulla torta, il Sindaco lancia una sfida per la prossima primavera: “rendere sempre più comunità a misura d’orso”! Cosa intenda lo sa solo lui…, come se l’Abruzzo e il Molise non lo fossero mai stati a misura d’orso pur essendo in quelle comunità che è sopravvissuto!
- E che dire dell’ISPRA e dei suoi rapporti sul lupo? Tutti affatto super-partes, anzi, ben schierati dalla parte del lupo. Sarebbe il caso che questo organismo pubblico andasse a prendere lezione dal suo omologo e ben più esperto Fish and Wildlife Service americano, dove è spesso proprio questo organismo addetto ai problemi faunistici a stabilire l’eccessiva presenza di animali (predatori e/o protetti o meno che siano) e a stabilirne la riduzione e/o il controllo numero. Prendiamo l’ultimo rapporto dell’Ispra sui danni arrecati dai lupi agli allevatori, che si conclude con le seguenti propose, tutte a favore del lupo: «prevenzione per ridurre le predazioni e i danni», e un invito a «incrementare la tutela del mondo zootecnico per migliorare la coesistenza tra lupi ed esseri umani e la qualità complessiva dei nostri ecosistemi». Ovvero, mai che si dica, neppure tra le righe, che forse ridurre la presenza del numero dei lupi potrebbe essere la prima cosa da farsi e la soluzione per ottenere tutto questo! Pagano sempre gli allevatori, anche perché pur riportando, e quasi esaltando, la quantità dei danni pagati, nel rapporto, non ci dice in quali quantità essi siano stati pagati. Perché se non è mai il 100% REALE (ovvero, conteggiando anche i danni indiretti e morali che gli allevatori e pastori subiscono!) per gli allevatori è sempre una sconfitta, un danno subito e, conseguentemente, una rabbia malcelata con tutte le conseguenze del caso!