A Sant´Angelo Lodigiano (LO) si è svolto il Corso di Formazione per l’Attività Venatoria e la Gestione del Territorio in Lombardia organizzato da Federcaccia.
Proseguono i seminari organizzati dalla Federazione Italiana della Caccia su tutto il territorio nazionale col duplice scopo di fornire ai dirigenti locali gli strumenti per sfruttare al meglio il Database Faunistico messo a punto dalla Federazione e insieme fare il punto sulle diverse situazioni territoriali analizzandone criticità e possibili interventi. Lo scorso fine settimana si è svolto il I Corso di Formazione per l’Attività Venatoria e la Gestione del Territorio in Lombardia, cui farà seguito a settembre un secondo appuntamento che affronterà nello specifico la realtà dei Comparti Alpini presenti nella Regione, che per le loro peculiarità hanno “meritato” un appuntamento dedicato.
A ospitare i dirigenti provinciali della Lombardia, ai quali si sono aggiunti molti presidenti di Atc e tecnici faunistici, una sala dello splendido Castello Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano, messo a disposizione dei convegnisti grazie alla perfetta organizzazione della Federcaccia provinciale di Lodi, che attraverso il presidente Giorgio Marazzina e i suoi collaboratori ha dato vita a una sessione di lavori densa, ma estremamente fruibile.
Dopo un breve benvenuto di Marazzina e del presidente regionale Mauro Cavallari, il Sindaco di Sant’Angelo Lodigiano e il Presidente del Parco Adda Sud hanno avuto parole di encomio per la crescita culturale e il crescente impegno gestionale che i cacciatori dimostrano, anche attraverso appuntamenti come quello in essere. I lavori hanno preso poi il via con una interessante relazione della dottoressa Giorgia Romeo, responsabile dell’Ufficio gestione ambientale faunistico venatoria della Fidc. La dottoressa Romeo ha affrontato il tema delle immissioni, presentando una serie di spunti di riflessione sui ripopolamenti, affrontandone in modo schematico, ma estremamente efficace gli aspetti che ne sanciscono insuccesso o successo; le ultime tecniche sperimentate per garantire oltre a risultati quantitativi soprattutto quelli qualitativi, anche in termini di comportamento dei selvatici immessi; l’importanza fondamentale di una accorta pianificazione, degli aspetti sanitari e degli interventi di miglioramento ambientale.
Su quest’ultimo punto si è inserita la relazione del Dottor Michele Sorrenti, responsabile dell’Ufficio Avifauna Migratoria Fidc, che ha affrontato il tema della gestione degli habitat mettendone in luce l’importanza anche per le specie migratrici. Un impegno reso ancora più necessario dalla continua diminuzione di terreni agricoli, che nel caso della Lombardia è stato particolarmente sensibile negli ultimi anni (188 mila ettari di suolo agricolo persi dal’90 al 2000 con un trend che se confermato dai dati del censimento 2011 sarà ancora più allarmante).
Il dottor Sorrenti ha illustrato con esempi pratici e con dati relativi a osservazioni e rilevazioni sia in Italia che in Europa quanto sia importante un determinato tipo di habitat, e quindi i relativi interventi per mantenerlo o ricrearlo, sulla presenza di numerose specie di avifauna, di interesse venatorio o meno. Un ambiente ben gestito, con presenza di diverse essenze, colture a perdere, pratiche agricole adeguate da sviluppare con la collaborazione dei conduttori dei fondi, significa aumento della biodiversità che si traduce in maggior presenza di selvatici con la duplice positiva ricaduta di una caccia più soddisfacente, ma anche di una immagine migliore presso la società della figura del cacciatore.
E’ stata poi la dottoressa Romeo ad intervenire nuovamente, questa volta per presentare nel dettaglio e fornire ai presenti, che dovranno gestirlo in prima persona, le istruzioni per meglio operare con il Database faunistico degli ATC, CA e RA, lo strumento unico nel suo genere sviluppato dalla Federazione per raccogliere in tempo praticamente reale i dati relativi alla gestione faunistico venatoria del nostro Paese.
Parole di elogio per questa iniziativa sono venute dal dottor Franco Postorino, Direttore del Servizio Economico e Organizzativo di Confagricoltura, che ha sottolineato come la Federazione con la creazione di questo strumento si sia assunta un compito che non gli sarebbe spettato, essendo piuttosto dovere delle istituzioni e della pubblica amministrazione fornire questi dati, cosa fino ad oggi mai verificatasi se non in modo frammentario e incompleto.
Nel corso del suo intervento, il dottor Postorino ha fatto poi rilevare come il mutare del contesto economico, non solo italiano, porti l’agricoltore a concentrarsi sulla resa della propria impresa, dando minore spazio a interventi di gestione faunistica, meno redditizi. La soluzione sta nell’individuare modelli di collaborazione capaci di mettere insieme resa economica per l’impresa agricola e produzione di selvaggina di qualità o di altri servizi per il mondo venatorio. “Su questo terreno – ha concluso – la nostra disponibilità a collaborare è assoluta”.
Prima di dare la parola al presidente nazionale Dall’Olio per le conclusioni, Mauro Cavallari ha ringraziato tutti gli intervenuti, e sottolineando la sua convinzione della necessità di una maggiore crescita dei quadri dirigenti della Federazione si è detto “lieto dell’ampio successo riscosso da questo seminario. Un appuntamento, che nelle intenzioni del regionale si ripeterà ogni anno, per diventare un momento di apprendimento, ma anche di confronto di idee e di esperienze”.
“La Federcaccia è una associazioni di cacciatori ed è di caccia che si deve occupare – ha esordito il presidente nazionale – Non con lo sguardo un po’ romantico al passato, ma all’oggi e al domani, in una ottica sempre più volta alla ricerca della professionalità. È quello che abbiamo fatto con l’ufficio tecnico, con i suoi responsabili e con la segreteria che li affianca in maniera egregia. Un ufficio e un impiego del personale sconosciuto fino a poco più di un anno fa. A questo si aggiunge la ricchezza di una struttura periferica che è, con tutto il rispetto dovuto agli altri, la più importante struttura presente oggi nel nostro Paese, una forza di persone e di idee insuperabile.
Questa è la nostra forza, questa è la strada su cui proseguire per essere propositivi e proattivi per la caccia, uscendo dall’angolo della semplice difesa. Un salto di qualità è necessario. Questo strumento presentatovi oggi è un primo passo che col vostro aiuto e la vostra collaborazione diventerà uno strumento formidabile non solo per la Federcaccia ma per tutti i cacciatori. Appena presentato ha già attirato l’attenzione del mondo agricolo e anche di quello ambientalista. È uno strumento che può portare ad aperture di dialogo, ma anche consentirci di portare i nostri dati e avanzare le nostre proposte, basate su fatti e non su impressioni.
Anche questo fa parte del cambiamento di cui abbiamo bisogno – ha concluso il presidente – Se lo faremo avremo ancora un ruolo preciso e importante e insieme la certezza che la caccia avrà un futuro e che i nostri figli potranno anche loro praticare una attività antica come l’uomo, ma che come tutte le attività necessità di essere aggiornata”.
Federcaccia