Secondo l’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), il barboncino fa parte del Gruppo 9, quello dei cani da compagnia. In pochi però sanno che in passato questa razza era impiegata nella caccia, in particolare quella agli acquatici.
In tempi antichi il fiuto altamente sviluppato e l’abilità a stare in acqua hanno fatto del barbone il cane perfetto per la caccia alle anatre e come cane da riporto in acqua.
Sulle origini della razza ci sono diverse teorie, ma quelle più accreditate fanno risalire la sua provenienza alla Francia o alla Germania. In base alla teoria dei francesi la razza discende dal barbet, un cane d’acqua ancora oggi esistente. I sostenitori della tesi tedesca, riconoscono la derivazione della razza dallo stesso bardet, ma per loro quest’ultima è di origine asiatica giunta in Europa grazie ai Goti o Ostrogoti. Secondo altri sarebbe passato attraverso il Portogallo al seguito dei Berberi del Nord Africa.
A seguito del riconoscimento della FCI, nel 1936, per evitare problemi ed equivoci i tedeschi hanno riconosciuto l’origine francese delle razza.
Il motivo per cui in passato è stato apprezzato dai cacciatori, sta nel suo carattere avventuroso e che non si faceva spaventare facilmente dai pericoli. Grazie a queste peculiarità che lo portavano a sfidare i rischi e le difficoltà che si nascondevano all’interno dell’acqua, hanno fatto del barboncino il cane per eccellenza nella caccia alle anatre.
Il suo impiego era talmente diffuso in passato che la sua tolettatura, a differenza di quanto avviene oggi, era studiata per facilitargli la permanenza in acqua. La tosatura nella parte posteriore del corpo serviva per facilitargli i movimenti in acqua lasciando liberi gli arti posteriori. Per affrontare le temperature rigide dell’acqua nel periodo invernale, si preferiva lasciargli il pelo lungo nella parte anteriore. In questo modo organi vitali come polmoni, cuore non rimanevano al caldo e nello stesso tempo non correva rischi di graffiarsi se entrava in contatto con rami o sporgenze.
Per quanto riguarda la coda, la tendenza era quella di lasciare il ciuffo posteriore, per renderlo riconoscibile nella fitta boscaglia o per riconoscerlo nell’immediato quando si immergeva in acqua. In questo modo il padrone aveva i suoi movimenti sempre sotto controllo.
Anche se attualmente il barbone non viene più usato per la caccia, alcuni aspetti del suo carattere sono rimasti invariati. La vivacità, il suo carattere docile e affettuoso fanno della razza un perfetto cane da compagnia, da avere se in casa ci sono bambini. Nello stesso tempo la sua intelligenza e furbizia, sono rimaste intatte tanto da impiegare tutte le sue energie durante i giochi con il suo padrone.
Molte razze nascono caccitrici,alcune poi cambiano attraverso selezioni apportare dall .Uomo.
Non credo che oggi possano essere utilizzati come avveniva in passato.
Stesso per certe linee di setter Irish o Spinoni ecc che possono essere considerate da compagnia.