CRONACHE DALLA MAREMMA – Prima parte – Comunicare è vivere: Massimo Marracci di ANUU Migratoristi fa il punto sulla caccia in Maremma.
Per noi cacciatori, profferire la parola “Maremma” significa evocare l’essenza stessa della caccia, così meravigliosamente colta e tradotta nelle loro pagine da alcuni tra i maggiori narratori venatori italiani a cavallo tra ‘800 e ‘900 come Eugenio Niccolini e Luigi Ugolini, per venire ai nostri contemporanei Bruno Modugno e Franco Nobile e tacendo di tanti altri, non per far loro torto ma soltanto per motivi di economie di spazi che dobbiamo rispettare.
La caccia in Maremma – che sia toscana o laziale poco importa – la si respira in ogni paesaggio, la si coglie in ogni scorcio, la si indovina nei locali rustici e tipici che ne costellano il territorio, la si intuisce nel parlare della gente dei luoghi. Storie di cinghiali e di paduli, di malaria e di mezzadria, di anatre e oche, di tordi e beccacce, di segugi e balzelli, di stenti e privazioni, di incomparabili ambienti e di fatiche altrettanto immani e della lenta rinascita dei tempi recenti. Anche qui a Follonica, dove ci troviamo in questi giorni per un poco di vacanze con la famiglia, sulla riva del Mare Tirreno che quasi sempre placido si infrange contro le sabbie di questo bellissimo golfo, tutto ciò avviene.
Ovviamente, in mezzo al contesto balneare non è per nulla facile scovare occasioni venatorie concrete diverse dalle sensazioni che ci detta la sensibilità personale, ragion per cui, nell’attesa di compiere qualche escursione nell’interno, ci siamo proposti di investigare le pagine dei quotidiani per trovare qualcosa di preciso e circostanziato.
Detto, fatto: per tre giorni di fila – tre giorni a caso, ossia il 3, 4 e 5 agosto – il giornale più letto da queste parti, “Il Tirreno”, ha parlato in qualche maniera di caccia. Precisamente, lo ha fatto così: prima, raccontando del Sindaco di Firenze Matteo Renzi che, ospite a Capalbio Libri 2012 per presentare “Stil nuovo”, ultima sua fatica letteraria, ha colto l’occasione favorevole per un ricco aperitivo a base di cinghiale presso il capanno dei cacciatori detto La Casa dell’Aquila; poi, dedicando un discreto spazio al nuovo Piano faunistico venatorio provinciale di Grosseto, approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale e illustrato nelle sue novità e punti qualificanti dal Presidente dell’Amministrazione Leonardo Marras; infine, ospitando uno spazio pubblicitario a fondo pagina, rientrante in un’ottima campagna mediatica di Federcaccia Toscana dal titolo “I cacciatori …. gente seria”, che ritrae un gruppo di cinque persone, dal medico chirurgo all’impiegata passando per un ferroviere, un avvocato e un agricoltore, i quali con seria bonomia non priva di un garbato sorriso guardano al lettore.
Ecco qua la “prova provata” (benché non ce ne fosse bisogno) di quanto la nostra amata caccia possa ancora essere importante nel Terzo Millennio. E la Toscana, sebbene esemplare, non è certo il solo caso: tante altre regioni e province e comuni medi e piccoli le potrebbero, le dovrebbero, stare alla pari.
Diamoci una bella svegliata ragazzi, altrimenti, come la saggezza popolare recita venendoci in aiuto, “non ci sarà più trippa per gatti”…
Alla prossima puntata, con l’augurio a tutti di una felice estate!
Massimo Marracci