La prima di tutte è la mancanza del ricambio generazionale dovuta soprattutto alla sistematica opera di disinformazione attuata dagli anti-caccia nei confronti delle giovani generazioni, a partire dalle scuole dove spesso si insegna che tutto è lecito o consentito, tranne che essere figli o nipoti di cacciatori. Troppe volte i nostri figli o i nostri nipoti ritornano a casa da scuola rattristati, se non addirittura piangendo, perché l’insegnante ha detto loro che si devono vergognare perché i loro genitori o i loro nonni sono cattivi perché uccidono gli uccellini o bambi per divertimento. Proprio da qui dobbiamo ripartire per invertire la tendenza alla drastica riduzione dei praticanti l’attività venatoria: ricostituire il nostro ricambio generazionale se non vogliamo che la nostra passione muoia con noi che abbiamo i nostri capelli sempre più brizzolati.
Nelle scuole vanno a parlare delle nostre attività, quasi mai in modo positivo, gli esponenti del frastagliato arcipelago animal-ambientalista ma quasi mai ci vanno i rappresentanti del mondo venatorio. Dobbiamo garantire ai nostri figli ed ai nostri nipoti il diritto di essere correttamente informati per essere liberi di scegliere se esercitare o meno le attività esercitate dai loro genitori o dai loro nonni (on. Sergio Berlato – Presidente dell’Associazione per la Cultura Rurale).