L’allarme lanciato sulla crisi della gestione faunistica, sugli ungulati e sulla piccola selvaggina stanziale è stato raccolto: la Confederazione Cacciatori Toscani è stata molto netta nell’esprimere le proprie preoccupazioni e gli argomenti sono stati approfonditi in occasione della Conferenza Programmatica di ieri, venerdì 2 febbraio 2018, a Firenze. Erano presenti dirigenti venatori in rappresentanza di 45mila cacciatori, oltre alle istituzioni e ai rappresentanti delle forze politiche.
Nel corso della tavola rotonda si è preso atto dell’emergenza attuale che sta vivendo la caccia toscana, tanto è vero che è stato preso un impegno ben preciso, quello di attivare nuovamente i canali di confronto per trovare soluzioni condivise. Gli interventi hanno messo in luce la crisi profonda del modello di funzionamento degli Ambiti Territoriali di Caccia, il tutto favorito dalle normative, dai regolamenti e dagli interventi a valle. Il flop della Legge Obiettivo per gestire gli ungulati e la diminuzione delle risorse sono altri due aspetti che non possono essere messi in disparte.
La piccola selvaggina stanziale è al centro di importanti interventi tecnico-scientifici, ma ugualmente in difficoltà. Sono stati prospettati alcuni rimedi, sia di breve che di più lungo periodo, ovviamente da definire insieme agli agricoltori e alle istituzioni. Presto si conoscerà una buona sintesi dei risultato e verrà costituita una piattaforma per uscire dall’emergenza.